MANGIO AL RISTORANTE COREANO!
Oggi volevo raccontarvi la mia esperienza al ristorante coreano!
Non so se lo avete notato, ma ultimamente stanno pian piano affacciandosi nuovi ristoranti coreani in giro per Roma.
I prezzi contrariamente a quelli Cino-italiani sono decisamente più alti, circa 12-15 euro al piatto, quindi viste le mie magre finanze ho aspettato un po’ prima di provare questa nuova cucina.
Ad essere sincera questo non é stato il primo ristorante coreano in cui sono stata.
Il primo è stato il “Gainn” vicino la stazione Termini, gestito da una gentilissima signora coreana.
Purtroppo le foto di quella giornata si sono cancellate e non posso mostrarvele.
Comunque in quell’occasione ho provato il Bibimbap, il bulgogi e l’onnipresente kimchi (cavolo cinese fermentato con peperoncino).
E’ stato un pranzo molto piacevole ed istruttivo grazie alla signora (o padrona non saprei) del ristorante che ci ha gentilmente spiegato ogni piatto ed il modo corretto di gustarlo.
Ma mentre al “Gainn” si trattava di un’incursione programmata, in questo secondo ristorante ci sono incappata per puro caso.
Mentre passeggiavo con la mia amica a Vittorio Emanuele, abbiamo notato che il ristorante di cucina tradizionale cinese che da secoli avevamo programmato di andare era stato sostituito da uno coreano, il “CHANG BAI SHAN”.
Ci siamo incuriosite e abbiamo deciso di dare un’occhiata convinte che avremmo trovato il menú completamente in coreano.
Ed invece no! Erano presenti delle traduzioni in italiano anche se non in tutti i piatti.
Alla fine abbiamo preso coraggio e ci siamo sedute.
Nel menú erano presenti delle foto molto allettanti dei piatti ordinabili, meno allettanti erano i prezzi.
Come posate avevamo questo lungo cucchiaio da utilizzare per le zuppe. E due bacchette di metallo coreane, diverse da quelle giapponesi, perchè piatte.
Il ristorante era frequentato da coreani, il chè ci ha garantito l’autenticità delle pietanze.
Uno dei piatti che abbiamo subito voluto provare è stato il Gimbap, una sorta di sushi coreano molto diverso da quello giapponese.
Il ripieno era composto da ravanello marinato giallo, prosciutto cotto, frittata, carota e cetrioli.
Il sapore? bè era gradevole, fresco e si sentiva l’olio al sesamo utilizzato nella preparazione. Insomma buono ma non paragonabile ad un gustoso maki di pesce giapponese.
Il secondo piatto ordinato è stato il Galbi, almeno ho dedotto che fosse lui dalle immagini di internet, se qualcuno di voi lo sa con certezza me lo dica.
Comunque se si tratta di Galbi, dovrebbero essere delle costolette di manzo o maiale alla griglia. La carne è stata marinata nello zucchero o comunque in qualcosa di molto dolce visto il sapore. La consistenza era un po’ stoppacciosa ma gradevole.
Assieme al probabile Galbi ci hanno portato molti contorni onnipresenti in tutti i pasti coreani chiamati banchan.
A partire dall’alto a sinistra vi era del rafano bianco marinato, strisciette strane di non so cosa, zucchine o cetrioli marinati, frittata, germogli di soia e il re della cucina coreana il kimchi.
Il banchan che ho apprezzato di più è stato quello di zucchine/cetrioli ed il kimchi, che fortunatamente non era troppo fermentato.
Ultimo piatto preso è stato questa zuppa con noodles e frutti di mare, non ricordo molto il sapore perché era piccantissima.
Dalle mie ricerche credo si tratti di Jjigae, ma non ne ho la certezza.
Alla fine ci siamo comunque spazzolate tutto o quasi, da brave mangiatrici esperte.
In generale è stato un pranzo tranquillo e piacevole, il pasto non è stato dei più eccellenti, ma non mi sento neanche di bocciarlo.
Sicuramente migliore del mio tragico pranzo fatto in casa con prodotti comprati al mini maket coreano che potete trovare qui.
Alla prossima!!
Baci da izumi!