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6 FALSI STORICI SU NAPOLEONE CHE FORSE NON SAI

Ciao Domini!

Oggi parliamo di Napoleone Bonaparte.

Napoleone Bonaparte
Napoleone Bonaparte

Tutti lo conoscono, ma quanto la gente sa davvero su di lui?

Per risolvere questo interrogativo, ho passato un’intera settimana a interrogare i miei amici e parenti su cosa sapevano di Napoleone e in base alle loro risposte (cioè alle risposte di chi non è scappato) ho scritto questo post.

Inutile dire che nella maggior parte dei casi, rispondevano con i soliti falsi miti su Napoleone.

Ma sono davvero così falsi?

Scopriamolo insieme!

ECCO 6 FALSI STOIRICI SU NAPOLEONE BONAPARTE

1) NAPOLEONE BONAPARTE ERA FRANCESE?

Bandiera Francese
Bandiera Francese

No Napoleone non è nato francese, ma corso.

E’ nato nell’isola Corsica quando era ancora italiana.

La Corsica
La Corsica

Da quale zona d’Italia provengano Buonaparte, non è certo.

C’è chi sostiene provengano da Sarzana, una città oggi in Liguria e chi dalla Toscana.

Entrambe le teorie sono valide. 

Stemma della famiglia Buonaparte o Bonaparte a San Miniato, vicino Firenze.

I Buonaparte quindi appartenevano a una famiglia nobile Corsa di origine italiana NON francese.

Questa famiglia si trasferì dall’Italia in Corsica verso il 1500 e lì vi rimasero.

Ad accentuare l’italianità di questa famiglia è il cognome stesso: BUONAPARTE, cognome che venne in seguito francesizzato in BONaparte, a volte con “DE BONAPARTE”  per renderlo più francese…

MA ALLORA COME È DIVENTATO FRANCESE NAPOLEONE?

Napoleone nasce in Corsica, ad Ajaccio da una famiglia nobile corsa, i BUOnaparte, il 15 agosto del 1769, del segno del leone e secondo di 8 figli.

La famiglia Bonapart
La famiglia Bonaparte

Sua madre è Letizia Ramulino e il padre Carlo Bonaparte.

Carlo Bonaparte e Letizia Romolini i genitori di Napoleone

Letizia quando al momento del matrimonio ha solo 14 anni.

A quei tempi la Corsica è italiana, ma vuole rendersi indipendente.

Infatti Napoleone parla italiano non il francese.

Capo di questa lotta per l’indipendenza corsa è Pasquale Paoli, di cui Napoleone da piccolo è un grandissimo fan.

Pasquale Paoli
Pasquale Paoli

Disgraziatamente la Corsica viene conquistata dalla Francia e Pasquale Paoli è costretto a scappare e a rifugiarsi in Inghilterra, acerrima nemica dei Francesi.

Quando accade tutto questo Napoleone è ancora piccolo.

Passano gli anni e Napoleone ha ora circa 9 anni.

A questo punto suo padre Carlo Buonaparte decide di mandare Giuseppe, il primogenito, e Napoleone, il secondo, in Francia a studiare.

Giuseppe sarebbe diventato prete e Napoleone un militare.

Napoleone, viene mandato a studiare alla scuola militare di Brienne in Francia.

La scuola militare di Brienne
La scuola militare di Brienne

Napoleone non si trova bene a Brienne: è considerato uno straniero, viene costantemente bullizzato, litiga frequentemente con i compagni, ma riesce comunque a sopravvivere al duro regime scolastico senza troppi intoppi.

Napoleone a Brienne
Napoleone alla scuola militare di Brienne in Francia

Napoleone continua a studiare in Francia e poco a poco si affeziona a quel paese, fino a quando una volta diventato Ufficiale, litiga con Pasquale Paoli (che era rientrato nel frattempo in Corsica) e decide di abbandonare la sua patria, la Corsica, per diventare ufficialmente Francese.

Da quel momento in poi Napoleone si considererà per sempre un cittadino francese.

2) NAPOLEONE ERA BASSO?

Caricatura di Napoleone Bonaparte
Caricatura di Napoleone Bonaparte

Ok, in effetti il Generale non era un gigante ma neanche tanto basso, era alto 1,69 cm.

Cosí almeno ci viene riferito dal suo cameriere Marchand, nell’isola di Sant’ Elena.

Secondo Marchand, questa sarebbe l’altezza che il chirurgo François Antonmarchi aveva comunicato durante la creazione della maschera mortuaria di Napoleone.

Secondo la relazione Napoleone era “ alto 5 piedi, 2 pollici, 4 righe ” , cioé circa 1,69 cm  per i francesi.

Un statura più che normale, anzi quasi alta per l’epoca.

E ALLORA PERCHE’ CREADIAMO CHE NAPOLEONE ERA BASSO?

Incredibilmente i motivi sono tanti.

IL PICCOLO CAPORALE

Si dice che durante la Campagna d’Italia, Napoleone venisse soprannominato “il piccolo Caporale”.

Questo soprannome può farci pensare che l’aggettivo “piccolo” sia riferito alla sua statura, ma in realtà Napoleone era soprannominato così per via della sua giovane età.

Il giovane generale Napoleone durante la prima campagna d'Italia
Il giovane Generale Napoleone durante la prima campagna d’Italia

UN ENTOURAGE MOLTO ALTO

Anche gli uomini che seguivano Napoleone possono aver contribuito a questa diceria.

Infatti, l‘entourage di Napoleone Bonaparte era interamente composto da marescialli dell’impero, composto generalmente da uomini piuttosto alti, alcuni  più di 1,90 cm. 

E quindi é normale che messi a confronto con Napoleone che era “solo” alto 1,69, egli sembrasse molto più basso.

LA FEROCE SATIRA POLITICA INGLESE CONTRO NAPOLEONE

Un altro grande contributo al diffondersi della diceria che Napoleone fosse basso, lo diede senza dubbio la propaganda britannica dell’epoca.

Gli inglesi odiavano a morte Napoleone e scelsero di combatterlo anche a suon di caricature.

Spesso lo raffiguravano come un nano e/o come un personaggio volgare

Caricatura di Napoleone
Caricatura di Napoleone

A questo proposito esistono numerosi manifesti e dipinti che presentano Napoleone versione bambino o nano. 

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Caricatura Inglese su Napoleone.

Non dimentichiamoci che Napoleone Bonaparte é stata  la figura più caricaturata del suo tempo, con quasi 1000 disegni satirici sui suoi exploit prodotti solo da artisti britannici!

Altra caricatura.

3) NAPOLEONE RUBO’ LA GIOCONDA?

La Gioconda di Leonardo Da Vinci
La Gioconda di Leonardo Da Vinci

Sicuramente nella Prima Campagna d’Italia, l’esercito di Napoleone rubò un consistente numero di opere d’arte.

Le spoliazioni napoleoniche furono una serie di sottrazioni di beni, in particolare opere d’arte e in genere di opere preziose, attuate dall’esercito francese o da funzionari napoleonici in Italia, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, ed Europa centrale durante l’età napoleonica.

Queste spoliazioni vennero costantemente perpetrate nell’arco di venti anni, dal 1797 fino al Congresso di Vienna nel 1815. 

In quello che viene considerato secondo lo storico Paul Wescher, “il più grande spostamento di opere d’arte della storia”.

I francesi rubarono perfino il simbolo di Venezia, il Leone di San Marco.

Leone di Venezia
Leone di Venezia

Ma l’unico quadro che sicuramente l’Esercito di Napoleone NON RUBO’ fu la Gioconda, perchè semplicemente la Gioconda già si trovava in Francia.

Fu Leonardo stesso a portare con sé il dipinto in Francia nel 1516.

Leonardo Da Vinci
Leonardo Da Vinci

Leonardo regalò o vendette il suo celebre dipinto al re di Francesco I di Francia.

Il re Francesco I di Francia
Il re Francesco I di Francia

Più tardi, nel 1685, Luigi XIV fa trasferire il dipinto a Versailles, ma dopo la rivoluzione francese, nel 1797, il quadro viene spostato al Louvre. 

Ma nel 1800 la Gioconda viene in effetti presa da Napoleone, che decide di farla appendere nella stanza di sua moglie Giuseppina, all’interno del Palazzo delle Tuileries, per poi esporlo nuovamente al Louvre, dopo la sua incoronazione a imperatore, nel 1804-1805.

 4) NAPOLEONE SI AUTOPROCLAMO’ IMPERATORE?

L'incoronazione di Napoleone di Jacques-Louis_David,_
L’incoronazione di Napoleone dipinta da Jacques Louis David.

Effettivamente Napoleone, come si può anche notare nel famoso quadro di Jacques-Louis David “l’incoronazione di Napoleone I”, si incorona da solo.

Ma quello che si vede nel quadro è solo una cerimonia.

La cerimonia di incoronazione ebbe luogo il 2 dicembre 1804 dentro la Cattedrale di Notre Dame di Parigi.

Ma in realtà Napoleone era già stato proclamato Imperatore il 18 maggio 1804, dal Senato conservatore.

Un esempio decisamente più recente ce lo ha dato il re Carlo III:

Carlo è stato nominato re d’Inghilterra subito dopo la morte della regina Elisabetta II, ma la cerimonia di incoronazione si è tenuta quasi un anno dopo.

Re Carlo III
Re Carlo III

Perchè preparare una cerimonia di incoronazione richiede molto tempo e preparazione.

Napoleone preparò accuratamente la sua cerimonia di incoronazione, perchè era intenzionato a legittimare il proprio governo imperiale.

Ricordiamoci infatti che la famiglia Bonaparte era una famiglia di origine corsa, non francese e Napoleone era stato finora un normalissimo Generale senza sangue reale nelle vene.

Per fondare una nuova famiglia reale e una nuova nobiltà di fronte al popolo francese e per sentirsi legittimato anche dalle altre Monarchie Europee, che lo detestavano in quanto considerato un usurpatore, Napoleone decise di fare una cerimonia cattolica, ma con delle personali modifiche.

 A questo proposito, egli predispose una nuova cerimonia d’incoronazione, differente da quella in uso presso i re di Francia, dove veniva enfatizzato il valore “sacro” della consacrazione del sovrano, con l’unzione conferita dall’arcivescovo di Reims nella cattedrale di Reims.

Napoleone unì per l’occasione una serie di riti e costumi, incorporando cerimonie delle tradizioni antica, carolingia e rivoluzionaria, il tutto guarnito da un notevole sfarzo.

Per essere legittimato al meglio Napoleone, scrisse al Papa di allora, Pio VII, di venire a Parigi a presenziare alla sua incoronazione, ma NON ad incoronarlo.

Papa Pio VII
Papa Pio VII che presenziò alla cerimonia di incoronazione di Napoleone

Per la prima volta era il Papa a doversi spostare per incoronare un re e non viceversa!

Napoleone non era cattolico e gli importava poco e niente della religione, ma sapeva che per rendere legittimo il suo ruolo di Imperatore gli serviva una consacrazione sacra.

E il Papa gli serviva solo a questo scopo.

E il Papa si doveva pure sbrigare ad arrivare a Parigi entro il 2 dicembre, data dell’incoronazione, altrimenti Napoleone avrebbe celebrato la cerimonia senza di lui!

Fortunatamente il Papa arrivò in tempo e durante la cerimonia Napoleone si incoronò da solo, perchè intendeva simbolizzare che egli stava divenendo imperatore sulla base dei suoi meriti e per volontà del popolo e non per consacrazione religiosa.

Il Papa sapeva di questa mossa dall’inizio della celebrazione e non aveva avuto obiezioni al riguardo (o perlomeno nulla poté dire).

Napoleone Imperatore dei francesi.
Napoleone Imperatore dei francesi.

Poi Napoleone incoronò sua moglie Giuseppina che divenne Imperatrice dei Francesi.

Ma un piccolo dolore Napoleone quel giorno del 2 dicembre lo ebbe, sua madre Letizia non si presentò alla cerimonia, perchè si rifiutava di accettare che l’odiata nuora Giuseppina diventasse imperatrice.

Napoleone grande manipolatore, aggirò il problema ordinando al pittore David di inserirla lo stesso nel dipinto “l’incoronazione di Napoleone I”.

Così per tutti sia madre Letizia assistette all’incoronazione di suo figlio..

5) DI CHE COLORE ERA IL CAVALLO BIANCO DI NAPOLEONE?

Bonaparte valica il Gran San Bernardo
Bonaparte valica il Gran San Bernardo

Era davvero bianco?

Ma soprattutto, quanti cavalli aveva Napoleone?

Durante i suoi dieci anni di regno imperiale Napoleone ebbe costantemente a disposizione trenta (o cinquanta) cavalli per il suo uso personale.

Aveva quindi in questo periodo un centinaio di cavalli, di cui quasi venti morirono al suo comando nelle varie battaglie.

Napoleone preferiva i cavalli arabi dopo la Campagna d’Egitto, ma usò anche cavalli di altre razze.

I mantelli dei suoi cavalli erano vari ( bianco, grigio, pezzato, castano ).

La maggior parte dei suoi cavalli portava un numero, o lo stemma dell’imperatore marchiato sulla coscia.

Marchio dei cavalli di Napoleone.
Marchio dei cavalli di Napoleone.

Altri, portavano un nome in relazione ad una battaglia o al loro carattere.

ELENCO DEI NOMI DEI CAVALLI DI NAPOLEONE 

In ordine alfabetico

  • Abukir;
  • Aly, grigio ferro,1812 ;
  • Arabella;
  • Artaxerceae;
  • Austerlitz;
  • Babilonese;
  • Piedistallo, grigio topo,1811 ;
  • Bellissimo ;
  • Giullare;
  • Calvados;
  • Cantal, grigio trota;
  • Cesare, grigio sporco,1808 ;
  • Cid;–
  • Cleopatra, grigio cenere,1806 ;
  • Coceyre;
  • Conquistatore;
  • Cordova;
  • Ciro;
  • Diomede, grigio pallido,1808 ;
  • Distinto;
  • Duca;
  • Edile;
  • Effendi;
  • Emulare;
  • Duraturo;
  • Stimato ;
  • Straniero;
  • Eufrate;
  • Estremo;
  • Familiare;
  • Giocoso;
  • Fratello ;
  • Georgiano;
  • Gesner;
  • Grazioso;
  • Grazioso, grigio pezzato,1815 ;
  • Grisou, grigio screziato,1814 ;
  • Guza;
  • Hahim;
  • Harbet;
  • Ettore;
  • Helavert;
  • Ericle;
  • Jena;
  • Grigio vinoso screziato,1812 ;
  • Giuditta;
  • L’Ingénu , che porta all’isola d’Elba;
  • Lupo Lupo;
  • Lidia;
  • Lira;
  • Maggiore;
  • Marengo  ;
  • Naiade;
  • Nanchino;
  • Naturalista;
  • Naufragato;
  • Nausicaa;
  • Navigatore;
  • Nave ;
  • Nichel , un purosangue arabo dal mantello grigio metallizzato, offerto dallo Zar di Russia nel18054  ;
  • Ninon;
  • Colombaccio, trota grigia,1807 ;
  • Robusto, grigio storno,1815 ;
  • Scricciolo;
  • Russo;
  • Sagunto;
  • Sahara;
  • Selim;
  • Selim, grigio sporco,1812 ;
  • Stiria;
  • Sudore, grigio cenere,1815 ;
  • Sultano;
  • Toro;
  • Timido ;
  • Trionfante;
  • Il Vizir , fiore di pesco quasi bianco, tutto pelo, leggermente trota castagna;
  • Wagram, grigio.

Tra tutti questi cavalli i più famosi sono certamente due:

MARENGO (circa 1793–1831)

Marengo
Marengo

Che non era bianco ma un color grigino.

Prese il nome dalla battaglia di Marengo, combattuta il 14 giugno del 1800, attraverso la quale condusse incolume il proprio cavaliere Napoleone. 

Battaglia di Marengo
La Battaglia di Marengo

Marengo fu portato in Francia dall’Egitto nel 1799, quando aveva 6 anni.

Il grigio arabo fu probabilmente allevato presso la scuderia El Naseri.

Nonostante fosse di piccola taglia (solo 1,43 metri) si dimostrò un animale affidabile, costante e coraggioso.

Marengo fu ferito otto volte nel corso della sua carriera e trasportò l’imperatore nelle battaglie di Austerlitz, Jena, Wagram e Waterloo.

Era uno dei cavalli della scuderia personale di Napoleone e fuggì con tutti gli altri quando la scuderia venne razziata dai russi nel 1812, sopravvivendo alla ritirata da Mosca.

In sella a Marengo, l’imperatore sali’ sul campanile di San Marco, impresa acclamata dal popolo, ma resa più facile dal fatto che, all’interno del campanile, non ci sono scalini, ma rampe che collegano i vari pianerottoli. La campana maggiore del campanile, chiamata Marangona dal termine veneziano “marangon”, falegname, perché suonava l’orario di lavoro dell’Arsenale, venne da allora associata al ricordo del piccolo e coraggioso Marengo.

 In ogni caso, lo stallone fu catturato nel 1815 durante la battaglia di Waterloo da William Henry Francis Petre.

LA FINE DI MARENGO

Dopo la sconfitta di Napoleone, Marengo venne portato nel Regno Unito e venduto al tenente colonnello Angerstein dei granatieri.

Marengo rimase in una scuderia a New Barnes, nei pressi di Ely, fino all’ età di 27 anni.

 Alla fine morì alla veneranda età di 38 anni e il suo scheletro (senza due zoccoli) venne conservato e poi trasferito presso il Royal United Services Institute. 

Oggi è esposto presso il National Army Museum di Chelsea, Londra. 

Lo scheletro di Marengo
Lo scheletro di Marengo

Uno degli zoccoli mancanti fu dato agli ufficiali delle guardie di Angerstein come tabacchiera. 

Si ipotizza che anche l’altro abbia fatto la stessa fine.

IL VISIR (1793-1826 )

Il Vizir
Il Vizir

Dopo Marengo, Il Visir è certamente uno dei cavalli da guerra di Napoleone più famosi.

L’articolo “il” è molto importante, perché dimostra l’alto rango e la razza pura del cavallo.

Faceva parte dei suoi cavalli personali.

Il Visir era un piccolo stallone arabo, alto al garrese 1,35 m, con mantello grigio chiaro, leggermente trota, storno. 

Venne donato a Napoleone dal Sultano ottomano Selim III nel 1802.

L ‘Imperatore lo montò a partire dal 1805 e lo portò con sé durante il suo esilio a Sant’Elena.

Napoleone con Il Vizir
Napoleone con Il Vizir

Il Visir porta ancora il marchio delle Scuderie Imperiali, una N coronata sulla coscia posteriore sinistra. 

Il marchio di Napoleone su Il Vizir
Il marchio di Napoleone su Il Vizir

Quando Napoleone cercò di tornare al potere, nei famosi cento giorni, il Visir aveva raggiunto ormai l’età pensionabile.

Venne accolto in fin di vita da Léon de Chanlaire, un funzionario delle scuderie imperiali, mentre Napoleone, ostracizzato dall’Europa, morì in esilio sull’isola di Sant’Elena.

Il Visir morì all’eccezionale età di 33 anni nel 1826, cinque anni dopo il suo padrone.

Venne allora impagliato da Léon de Chanlaire poco dopo la sua morte.

Ma, temendo che le rappresaglie contro coloro che erano sospettati di legami con Napoleone riguardassero anche il suo cavallo, Léon vendette il Visir (impagliato) a un inglese residente nel nord della Francia, William Clark.

Ma anche quest’ultimo temette di essere associato al defunto impero e decise di mandare Il Vizir in Inghilterra nel 1839.

L’INCREDIBILE FUGA DALLA FRANCIA DI “IL VIZIR” IMPAGLIATO

Per portarlo di contrabbando in Inghilterra uno dei suoi compatrioti britannici di William, John Greaves, spogliô il Visir in modo che la sua pelle potesse essere piegata bene e messa in un baule per sfuggire alla curiosità dei funzionari doganali.

Un baule
Un baule

Una volta al sicuro oltre la Manica, il Visir fu nuovamente impagliato e poi presentato dignitosamente al pubblico alla Manchester Natural History Society nel 1843.

Il Vizir tornò in Francia nel 1868 durante il regno di Napoleone III, grande ammiratore di suo zio Napoleone.

Ma la fine del regime del nipote di Bonaparte fu suggellata due anni dopo… e il Visir impagliato venne relegato in una riserva del museo del Louvre per più di trent’anni.

Nel 1905, trovò finalmente il suo posto nel Museo dell’Esercito (museo dell’Armè) di Francia, a pochi passi dall’imponente tomba del suo padrone sotto la cupola degli Invalides.

Il Vizir presso il  Musée de l'Armée
Il Vizir presso il Musée de l’Armée

6) PERCHE’ NAPOLEONE AVEVA SEMPRE UNA MANO SOTTO AL GILET?

Napoleone Bonaparte
Napoleone Bonaparte

No, non non perchè aveva mal di pancia come si pensa.

Ma semplicemente… perchè fa figo.

O meglio, era una vera e propria posa di moda all’epoca.

La mano nella veste era una postura comune nei ritratti realizzati nei secoli XVIII e XIX (1700 e 1800) che consisteva nell’posizionare la mano nella veste tra il busto e lo stomaco. 

Si faceva così perchè all’epoca, nell’alta società, era considerato indecente incrociare le braccia o lasciarle cadere di lato.

Se non si disponeva di un bastone, si consigliava di mettere la mano destra nell’apertura della giacca e la sinistra, attaccata al corpo, sotto il basco, nome dato alla parte inferiore dell’indumento. 

Era una posa che possiamo osservare in molti dipinti dell’epoca, non solo in quelli Napoleone:

Mozart
Mozart
George Washington
George Washington
Horatio Nelson
Horatio Nelson (notare che era già senza braccio, ma la posa la fa lo stesso)

 

Luigi XVI di Francia
Luigi XVI di Francia

Questo costume stato raccomandato dallo scrittore ed ecclesiastico Jean-Baptiste de La Salle nel suo “Les règles de la bienséance et de la civilité chrétienne” (Le regole della decenza e della civiltà cristiana) del 1702.

Jean-Baptiste de La Salle
Jean-Baptiste de La Salle

Eccone un estratto:

Regola della decenza

“È un errore incrociare le braccia sul petto, intrecciarle dietro la schiena, lasciarle pendere con nonchalance, dondolarle camminando, con il pretesto del sollievo; l’usanza vuole che se si cammina con un bastone in una mano, il braccio senza appoggio venga appoggiato leggermente contro il corpo, e riceva un movimento quasi impercettibile, senza però lasciarlo cadere di lato; Se non hai un bastone, una manica o dei guanti, è abbastanza comune posizionare il braccio destro sul petto o sullo stomaco, mettendo la mano nell’apertura della giacca in questo punto. , e lasciar cadere la sinistra piegando il gomito, per facilitare la posizione della mano, sotto la basca della giacca. In generale, devi tenere le braccia aperte in una situazione onesta e dignitosa. »

Il post è finito, ma se vi interessa c’è anche il video su Youtube!

Bibliografia:

Max Gallo, Napoleone la voce del destino, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 2000, 449 pp.

Max Gallo, I cieli dell’Impero, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 2000, 510 pp.

Edgarda Ferri, Letizia Bonaparte, Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 2003, 318 pp.

Sitografia:

http://www.napoleonbonaparte.eu/

https://www.napoleon.org/en/

https://fr.wikipedia.org/wiki/Liste_des_chevaux_de_Napol%C3%A9on_Ier

https://www.cavallomagazine.it/notizie/parigi-salviamo-il-soldato-vizir-ultimo-cavallo-di-napoleone-1-2153994

https://fr.wikipedia.org/wiki/Main_dans_le_gilet

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