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LA CITTA’ FANTASMA DI MONTERANO

Oggi nuovo viaggio attraverso le città fantasma del Lazio! Questa volta ho visitato una delle città fantasma più famose d’Italia, l’Antica Monterano!

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO

Data di abbandono: 1799
Pericolosità: bassa
Quando andare: Primavera

Monterano (conosciuta anche come Antica Monterano o Monterano Vecchia; in latino quasi certamente Manturianum poi corrotto in Manturanum) è una città fantasma, in provincia di Roma, nel territorio di Canale Monterano.

Dove si trova: Situata sulla spianata sommitale di un’altura tufacea, è attualmente inclusa nella Riserva naturale regionale Monterano.

Si trova ad ovest del Lago di Bracciano, a circa 2 km da Canale Monterano e 7 km dalle Terme di Stigliano.

Le rovine sorgono su un’altura di tufo racchiusa tra due gole formate dal Fiume Mignone e dal Torrente Bicione, a cavallo tra i Monti della Tolfa e i Monti Sabatini.

Come arrivare:
Una volta arrivati a Canale Monterano vi basterà seguire i cartelli per la Riserva Naturale fino a raggiungere uno spiazzo dove è possibile parcheggiare la vostra auto. Da li potete solo proseguire a piedi lungo il sentiero.

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO
Ricostruzione dell’antica Monterano dal sito del Comune di Canale Monterano

LA VISITA

Bene, ma cosa c’è da vedere in questa città? Vi dico solo che non ero ancora preparata a quello che avrei visto.

Non sapevo niente di Monterano, nè avevo visto sul web alcuna foto (infatti mi scuso delle poche foto che ho fatto e della pessima qualità ma non ero davvero preparata, ma in fondo è meglio così, perché dal vivo è tutta un’altra cosa).

La prima sensazione che ho avuto era quella di essere entrata in uno scenario fantasy.

Il connubio tra le rovine della cittadina e la natura incontaminata mi ha mozzato il fiato.

Incredibile!

La prima costruzione che si incontra varcata la soglia del magico sentiero è l’acquedotto.

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO
L’acquedotto

Che dire poi dell’antica fontana del leone? Forse sono arrivata a Narnia? Aslan sei tu?

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO
Fontana del leone.

Ok sto delirando.

Questa statua del Leone (che è in realtà una copia, l’originale è conservato nell’atrio del palazzo comunale di Canale Monterano), si trova sull’antica facciata del Palazzo Baronale.
La fontana, detta “Capricciosissima”, fu realizzata dal Bernini sfruttando le fondamenta rocciose della struttura.  La statua del Leone sulla sommità della parete lo raffigura nell’atto di scuotere con una zampa la roccia per farne uscire l’acqua.

 

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO
Esplorando la cittadina

Proseguendo per la cittadina si imbocca un sentiero da cui si scorge un imponente costruzione.

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO

Si tratta del grande Convento di San Bonaventura di epoca rinascimentale, l‘edificio più famoso di Monterano.

Anche se ormai in rovina, il convento mantiene inalterato il suo fascino arricchito dall’alone di mistero tipico delle rovine.

Nel grande spiazzo davanti la chiesa si trova la copia della fontana a base ottagonale del Bernini (l’originale si trova in Piazza del Campo a Canale Monterano).

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO
No non faccio foto così fighe, questo l’ho presa sul web perché quella mia l’ho cancellata per sbaglio. Fonte foto.

No non c’erano cavalli quando ci sono stata io, peccato, ma comunque il paesaggio rimane davvero suggestivo.

All’interno del monastero è cresciuto un grande albero che arricchisce ancora di più l’aura misteriosa del posto.

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO
Convento di San Bonaventura visto di lato

 

LA STORIA DI MONTERANO

Frugando nel web ho scoperto che Monterano ha una storia più ricca e documentata dell’altra città fantasma che ho visitato, quella di Stazzano Vecchio.

La rocca tufacea su cui sorge Monterano fu sede di un villaggio dell’età del bronzo, mentre dal VII secolo a.C. è attestata la presenza di un centro etrusco grazie al ritrovamento di numerose tombe che occupano i poggi circostanti.

Considerata la vicinanza spaziale, l’abitato di Monterano rientrava probabilmente nell’area di influenza politica della città di Cerveteri.

In seguito il territorio entrò  sotto il controllo di Roma.

Monterano sopravvisse come piccolo borgo per tutta l’età romana. Numerose erano le ville diffuse nelle campagne circostanti.

Tra il VI e la prima metà del VII sec. d.C. la sede vescovile fu trasferita proprio a Monterano. Il primo vescovo di cui si ha memoria è Reparato, menzionato nel 649. Dal 590 circa Monterano fu incluso nel Ducato romano sotto amministrazione dell’Impero bizantino.

Nell’XI secolo il feudo divenne proprietà dell’abbazia di San Paolo in Roma, che dotò il borgo di una torre quadrangolare le cui strutture furono poi inglobate nel palazzo ducale. L’abitato divenne feudo degli Anguillara nel XIV secolo, quindi ducato in mano a famiglie vicine al Papato che si succedettero nel tempo, tra cui i Colonna (dal 1424).

Nel settembre del 1492 il castello di Monterano venne acquistato dagli Orsini.

Al tempo degli Orsini Monterano era particolarmente rinomata per la peculiare produzione vinicola.

Nel 1671 il feudo entrò nelle proprietà della famiglia Altieri che trascurarono il feudo di Monterano, sfruttato principalmente per l’estrazione dello zolfo dalle sottostanti miniere, favorendo un graduale spopolamento del borgo, forse flagellato anche dalla malaria.

Nel febbraio del 1798 le truppe francesi entrarono a Roma mettendo provvisoriamente fine al potere temporale del papa e instaurando la Repubblica romana, che mantennero in piedi mediante l’occupazione militare del territorio fino al settembre del 1799. Come si legge da più parti, la lite tra gli abitanti di Monterano e quelli di Tolfa circa un carico di grano fu usata a pretesto dalle truppe francesi per attaccare e saccheggiare il paese; in realtà, come è stato pure notato, il saccheggio e l’incendio di Monterano si pongono in un più ampio quadro di sollevazioni popolari delle comunità rurali ostili al nuovo ordine instaurato dalle milizie rivoluzionarie francesi, che portò anche all’incendio e al saccheggio della stessa Tolfa e di Allumiere nel marzo del 1799.

Gli abitanti rimasti furono quindi spinti ad abbandonare il sito già in parziale rovina e a rifugiarsi nei centri vicini ed in particolare nell’adiacente sito di Canale, su cui nel tempo si sviluppò l’attuale abitato di Canale Monterano.

Come detto l’importanza di Monterano nel ‘700 era legata allo sfruttamento delle miniere di zolfo intorno all’abitato. La produzione dello zolfo, utilizzato per la disinfestazione delle viti e in varie attività industriali, continua anche dopo l’abbandono del borgo ma si arrestò poco dopo l’unità d’Italia.

MONTERANO COME SET CINEMATOGRAFICO

A partire dagli anni ’50 Monterano è stato set di quasi un centinaio di film e ancora oggi arrivano le richieste d’uso, che vengono vagliate dall’ente gestore della Riserva.

Guardie e ladri (1951), di Mario Monicelli e Steno
Ben-Hur (1959)
La cintura di castità (1967), di Pasquale Festa Campanile
Brancaleone alle crociate (1970), di Mario Monicelli
Il marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli
Dèmoni (1985) di Lamberto Bava
La visione del sabba (1988) di Marco Bellocchio
I misteri della città eterna (Mad Production, Luglio 2005)
Il figlio (cortometraggio a cura del Centro sperimentale di cinematografia, luglio 2005)
Arrivederci amore, ciao (Studio Urania dicembre 2005),
La freccia nera (miniserie televisiva 2006) (Tevere film, gennaio 2006)
Joe Petrosino (Clemi cinematografica, marzo 2006)
Blueray (programma pilota di divulgazione scientifica-CICAP Italia, maggio 2006)
Sulle ali della pace (Ass.ne culturale la tribù dell’arte, giugno 2006)
Le tre rose di Eva 3 (RTI 2014).

La luna nera (serie Netflix, 2020)

LA SOLFATARA E LA CASCATA DELLA DIOSILLA

Visto che eravamo a lì sarebbe stato davvero assurdo non visitare la solfatara situata nei pressi di Monterano.
All’interno della Riserva Naturale Monterano, infatti, si trova anche un importante geosito, dove è possibile ammirare la cascata della Diosilla, nota per il suggestivo colore dell’acqua che varia dal giallo ruggine, al blu, al bianco, per via della presenza dello zolfo in sospensione.
Per raggiungerla vi basterà seguire un sentiero indicato da tratteggi rossi.

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO
Fonte foto. 

Proseguendo il percorso si costeggia il torrente Bicione e si raggiunge una cavità di tufo, anticamente utilizzata come cava di zolfo, e oltrepassando un ponticello in legno, si arriva, infine, ad una spianata che si apre davanti alla cosiddetta grotta solfatara, su cui ribollono alcune risorgive di acqua solforosa.

LA CITTA' FANTASMA DI MONTERANO
Acqua solforosa che ribolle, non vi dico l’odore..

 

Insomma abbiamo passato davvero una splendida giornata!

Per godervela al meglio vi consiglio di portarvi un bel pranzo al sacco e mangiare li, in modo da cogliere l’attimo e godersi appieno l’escursione!

Baci da Izumi!

 

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