GLI INCREDIBILI SEGRETI DELLA METRO B1 DI ROMA
Ciao Domini!
Benvenuti in questo nuovo post!
Dopo tanto tempo, e’ finalmente tornato il momento di continuare il nostro viaggio nella metro di Roma!
Nell’ultimo post ho parlato del significato delle fermate della metro Blu.
Ma come vi sarete giustamente accorti, non ho parlato della più “giovane” Metro B1!
Eccomi quindi pronta a rimediare.
Oggi scopriamo insieme il significato delle fermate della Metro B1 di Roma!
Se vi interessa ho realizzato anche un video che vi lascio qua sotto⬇️
Ma prima un breve accenno, su come è nata questa giovane diramazione, che si estende a Nord-Est di Roma.
LA METRO B1
Già dal 1984, quando fu presentata la progettazione esecutiva del nuovo tratto Termini-Rebibbia, era stato previsto che la stazione Bologna dovesse essere il punto di attacco di un ipotetico nuovo ramo che avrebbe dovuto puntare su viale Libia, Montesacro e il GRA nel settore compreso tra la via Salaria e la via Nomentana. Proprio per questo la stazione Bologna fu concepita su due piani sovrapposti in modo che i treni potessero proseguire o giungere da due itinerari differenti senza avere problemi d’incrocio in futuro.
Tutto molto bello, solo che per questo itinerario differente sarebbe stato utilizzato 31 anni dopo.
Meglio tardi che mai.
E così nella calda estate del 13 giugno 2012 fu inaugurato dapprima il tratto Bologna-Conca d’Oro.
E poi il 21 aprile 2015 fu inaugurato il Capolinea Jonio.
Fatta questa brevissima introduzione iniziamo!
BOLOGNA
La stazione dove inizia la metro B1.
Prende il nome da Piazza Bologna dedicata all’omonimo capoluogo emiliano.
SANT’AGNESE/ANNIBALIANO
Si trova nel quartiere Trieste, in piazza Annibaliano e vicino alla basilica di Sant’Agnese, per questo motivo questa stazione è denominata con due nomi diversi.
Dato che questa fermata è composta da due nomi vediamo il primo:
SANT’AGNESE
Agnese (Roma, 290-293 – Roma, 21 gennaio 305) è stata una giovanissima santa romana.
Allora premesso che non mi intendo in alcun modo di Agiografia, cioè studiosa della vita dei santi, cercherò di riassumere in breve le notizie che ho trovato, che purtroppo sono piuttosto diversificate.
Poichè sua storia personale si basa su diverse fonti incerte e contraddittorie.
Secondo la tradizione latina, fu una nobile patrizia appartenente alla gens Claudia, in altre fonti apparteneva a una famiglia di liberti (ex schiavi liberati).
Di qualunque origine sia stata la sua famiglia, sta di fatto che Agnese era cristiana e subì il martirio durante la persecuzione dei cristiani sotto (forse) Diocleziano (303 d.c) all’età di 12 anni.
Agnese, che aveva deciso di offrire al Signore la sua verginità, fu denunciata come cristiana dal figlio del prefetto di Roma, invaghitosi di lei ma respinto.
Fu esposta nuda al Circo Agonale (o stadio di Dominiziano), nei pressi dell’attuale piazza Navona.
I MIRACOLI DI AGNESE
Fu in questo Circo, dove Agnese venne esposta che avvennero dei miracoli.
Un uomo che cercò di avvicinarla cadde morto prima di poterla sfiorare e altrettanto miracolosamente risorse per intercessione della santa.
Poi, la povera Agnese venne gettata nel fuoco, ma questo si estinse per le sue orazioni, fu allora trafitta con colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli.
Per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio (altri suoi simboli sono il giglio e la palma).
La data della morte non è certa, qualcuno la colloca il 21 gennaio tra il 249 e il 251 durante la persecuzione voluta dall’imperatore Decio, altri nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano.
Dopo la sua morte il suo corpo fu sepolto nella catacomba oggi nota come Catacomba di Sant’Agnese, all’interno del complesso monumentale di Sant’Agnese fuori le mura (Metro B1 appunto), mentre il suo cranio è esposto in una cappella nella chiesa di Sant’Agnese in Agone nell’odierna piazza Navona (dove fu martirizzata).
Sant’Agnese è la patrona delle vergini, delle fidanzate, dei giardinieri, dei tricologi (cura dei capelli).
I suoi emblemi sono: Agnello, Giglio, Palma.
BASILICA DI SANT’AGNESE FUORI LE MURA
E’ la chiesa di Roma, nel quartiere Trieste, in via Nomentana che da il nome alla fermata della Metro B1.
Venne fatta costruire da papa Onorio I nella prima metà del VII secolo (600) sostituendo la ormai fatiscente basilica costantiniana, che era stata eretta nel 342 da Costantina (poi Santa Costanza) vissuta tra il 318 circa e il 354), figlia dell’imperatore Costantino I (274-337 famoso per la promulgazione dell’Editto di Milano dove proclamó la libertà di culto ai cristiani) e di cui restano solo alcuni ruderi e parte della possente recinzione esterna.
Tra l’altro il Mausoleo di Costantina si trova proprio lì accanto.
Mentre la prima Basilica di Sant’Agnese era costruita nei pressi della tomba della martire Agnese, venerata nelle sottostanti catacombe, papa Onorio edificò la nuova basilica direttamente sopra la tomba martiriale.
La basilica fu poi arricchita dai papi successivi, in particolare nel corso dell’VIII secolo dai papi Adriano I e Leone III.
Subì due gravi saccheggi e distruzioni, nel 753 ad opera di Astolfo re dei Longobardi, e nel 1241 ad opera di Federico II, in entrambi i casi fu restaurata dai papi.
ANNIBALIANO
Il termine Annibaliano prende il nome da piazza Annibaliano.
Annibaliano (… – settembre 337) fu un membro della dinastia costantiniana, che governò l’impero romano nel IV secolo.
Annibaliano era il figlio di Flavio Dalmazio (nipote di Costantino I), e perciò nipote dell’imperatore Costantino I.
In seguito, nel 335, Annibaliano sposò la figlia di Costantino, Costantina.
In occasione della preparazione della campagna militare di Costantino contro i Sasanidi (337), Annibaliano fu nominato Rex Regum et Ponticarum Gentium, “Re dei Re e delle Genti Pontiche”.
Tale titolo fa supporre che Costantino intendesse porre Annibaliano sul trono del Ponto, dopo la sconfitta dei Sasanidi.
Ma la campagna non ebbe luogo, in quanto Costantino morì nel maggio del 337, succeduto dai suoi tre figli.
Annibaliano fu ucciso, assieme al fratello, nella purga che colpì i membri maschili della famiglia imperiale e che tolse di mezzo molti pretendenti al trono.
LIBIA
Prende il nome da Viale Libia.
La Libia è uno Stato del Nordafrica.
Perchè abbiamo il nome di uno stato africano come metro? Perchè vicino abbiamo altre vie come Viale Eritrea, viale Somalia, Via Tripolitania, Viale Etiopia.
Sono tutte vie che ci ricordano un periodo ben preciso della nostra storia:
Il colonialismo italiano.
A seguito della spartizione dell’Africa compiuta dalle potenze europee (1881-1914), il Regno d’Italia deteneva il controllo dell’Eritrea e della Somalia, oltre che di Cirenaica, Tripolitania e Isole egee, sottratte all’Impero ottomano nel corso della guerra italo-turca (1911-1912).
Il regime fascista di Benito Mussolini, salito al potere poco dopo il secondo conflitto mondiale manifestò l’intenzione di espandere i possedimenti del regno.
Nel 1934 Cirenaica e Tripolitania furono unite nella Libia italiana; con la guerra del 1935-36 l’Italia conquistò l’Etiopia, che fu unita ad Eritrea e Somalia per dare vita all’Africa Orientale Italiana.
In tale occasione Vittorio Emanuele III assunse il titolo imperiale d’Etiopia e fu proclamata ufficialmente la nascita dell’Impero italiano.
Dopo l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale nel 1940, e sino all’Armistizio dell’8 settembre 1943, l‘Italia occupò o annesse a più riprese territori in Africa (Somalia britannica, Cassala, Tunisia, parte dell’Egitto) ed Europa (parte della Francia meridionale con la Corsica, Slovenia meridionale, parte della Dalmazia, Croazia, Montenegro, parte della Grecia).
Tuttavia, sia le colonie storiche sia le acquisizioni e occupazioni più recenti andarono perdute a causa delle vicende belliche.
Benché dopo la caduta del fascismo (25 luglio 1943) l’Italia si fosse schierata al fianco degli Alleati con l’armistizio di Cassibile (8 settembre 1943), il trattato di pace del 1947 le impose la perdita di tutte le colonie.
CONCA D’ORO
Prende il nome da Via Conca d’oro.
Con Conca d’ora facciamo un bel salto in Sicilia!
Perchè la Conca d’Oro (in siciliano Conca d’Oru) è la pianura sulla quale è adagiata la città di Palermo e alcuni centri abitati.
È compresa fra i monti di Palermo e il mar Tirreno, sul quale si specchia la città di Palermo.
Per la pianura passa il principale fiume palermitano, l’Oreto.
Si estende per circa cento chilometri quadrati, da sotto i rilievi di Bagheria e Villabate a est sino ad ovest, ed era un tempo interamente adibita alla coltivazione delle arance.
Il nome d’oro deriva dal termine arabo dawr che significa torto riferito alla conformazione contorta della piana, da cui conca perché chiusa dai monti + dawr; poi Conca d’oro.
Che c’entra il nome di una pianura siciliana con Roma?
Perchè a quanto pare in quella zona le strade portano il nome di varie valli, colline e pianure d’Italia come: Via val Padana, Via Etna, Via Monte Bianco ecc
JONIO
Capolinea della metro B1
Prende il nome da Viale Jonio.
Il mar Jonio è un bacino del mar Mediterraneo orientale, situato tra la Sicilia, l’Italia meridionale (Puglia, Basilicata e Calabria) l’Albania e la Grecia (Isole Ionie, Grecia Occidentale e Peloponneso).
Perchè il mar Jonio si chiama così?
Il nome mar Ionio (o Jonio) deriva dal latino mare Ionium ed è collegato all’antica Ionia e a una delle stirpi tradizionali greche, gli Ioni.
Gli Ioni erano una delle tre popolazioni elleniche dell’antica Grecia nel II millennio a.C. (le altre erano gli Eoli e i Dori).
Gli ioni vivevano in un’ antica regione costiera dell’Asia Minore (oggi Turchia) che si trovava sotto l’antica città di Troia.
Secondo la leggenda, il mitico capostipite degli Ioni fu Ione o Ionio , un personaggio della mitologia greca, figlio di Durazzo, che era nipote a sua volta di Epidamno figlio di Poseidone, dio del mare e dei terremoti.
Ma c’è anche un altra spiegazione mitologica.
IL MITO DI IO
Io era una sacerdotessa della Dea Era (Giunone), moglie di Zeus.
Ecco la versione super abbreviata:
Zeus si innamorò di Io ma poiché temeva la gelosia di Era quando la andava a trovare la nascondeva in una nuvola dorata.
Era accusò il marito di infedeltà, ma Zeus negò e, per evitare di essere scoperto, trasformò la giovane Io in una giovenca bianca.
Era ne reclamò la proprietà e la affidò ad Argo Panoptes (un gigante) , ordinandogli di legare la mucca ad un albero di olivo.
Ermes, incaricato da Zeus di recuperare Io, prima addormentò Argo poi lo uccise colpendolo con una pietra ed infine tagliandogli la testa, liberando così la giovenca.
In seguito Era mandò un tafano a pungere Io, che cominciò a correre per tutto il mondo conosciuto per sfuggire all’insetto.
Infine giunse in Egitto, dove partorì Epafo, riacquistando le fattezze umane.
La parte di mare che Io attraversa (a nuoto) per fuggire da Era si chiamerà appunto Ionio.
IPOTESI REALE SU IONIO
Al di là della leggenda, comunque, l’origine reale del nome Ionio sarebbe da ricercare, invece, nel vocabolo di lingua illirica “jonë”, riconducibile al latino “nostrum”.
La sua nomenclatura, quindi, significherebbe letteralmente “mare nostro”, ne sarebbe una dimostrazione il fatto che in albanese sia ancora in uso questa denominazione.
🍓AVVERTENZE 🍓
Questo post è frutto di tanto lavoro e ricerca, siete liberi di condividerlo a patto che citiate il mio Blog.❤️
FONTI
https://www.romametropolitane.it/Linea%20B1/Documenti/BrochureLineaB1.pdf
https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_B_(metropolitana_di_Roma)#Diramazione_B1
http://www.santagnese.org/agnese.htm
https://www.santiebeati.it/dettaglio/22350