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10 LUOGHI DA VISITARE SE VIVI A ROMA (parte 2)

Ciao Domini benvenuti alla seconda parte del post sui 10 luoghi da visitare se vivi a Roma (o se ci rimani per tanto tempo).

Se vi siete persi la prima parte del post ve la linko qui.

Ma proseguiamo la nostra lista con altri 5 meravigliosi luoghi da vedere a Roma!

roma

6) QUARTIERE COPPEDÈ (gratis)

Dopo il quartiere ebraico del primo post, non potevo non citare un’ altro dei più bei quartieri di Roma, il quartiere Coppedè.

Si tratta di un complesso di edifici nel quartiere Trieste, nell’isolato compreso fra via Tagliamento, via Arno, via Ombrone, via Serchio e via Clitunno.

E’ stato realizzato dall’architetto Gino Coppedè tra il 1915 e il 1927.

Godetevi l’ingresso in un mondo quasi magico attraversando il grande arco che segna l’ingresso del quartiere da via tagliamento.. 

L’architettura di questo quartiere richiama lo stile liberty, ma anche il Barocco e in qualche caso anche l’architettura medievale!

Superato l’arco si giunge a piazza Mincio, centro del quartiere.

In mezzo alla piazza sorge la Fontana delle Rane.

Intorno alla fontana ci sono vari palazzi, maestosi, come i villini delle fate in via Aterno 4, piazza Mincio 3 e via Brenta 7-11 e i Palazzi degli Ambasciatori siti in via Tagliamento 8-12, via Brenta 2-2a, piazza Mincio 1, via Dora 1-2 e via Tanaro 5.

IL QUARTIERE COPPEDE’ NEI FILM

L’arco che sormonta l’ingresso del palazzo situato al numero civico 2 della piazza è una fedele riproduzione di una scenografia del film del 1914 Cabiria.

Per la sua particolare architettura il Quartiere Coppedè fu scelto dal regista Dario Argento come sfondo per alcune scene dei suoi film Inferno e L’uccello dalle piume di cristallo e nel 1976 dal regista Richard Donner per le sequenze iniziali del film Il presagio. Tra i film girati nel quartiere si ricorda anche il film noir del 1974 Il profumo della signora in nero del regista Francesco Barilli e Il Cielo In Una Stanza di Carlo Vanzina.

7) IL GIARDINO DELLE ROSE (gratis)

Se amate i fiori e soprattutto le rose, dovete visitare questo giardino!

Si tratta del roseto di Roma, un giardino situato sulle pendici dell’Aventino, nei pressi del Circo Massimo, che ospita oltre 1100 specie di rose provenienti da tutto il mondo!

E’ visitabile da aprile ad ottobre, ovvero quando le rose sono in piena fioritura.

Ragazzi prima di visitare questo roseto, non avevo idea di quante varietà di rose esistono nel mondo!

Questo paradiso floreale fu istituito nel 1932 dal Governatore di Roma, il principe Francesco Boncompagni Ludovisi, su sollecitazione della contessa Mary Gayley Senni e si trovava inizialmente sul colle Oppio, di fronte al Colosseo, accanto ai resti della Domus Aurea di Nerone.

La contessa Mary Gayley Senni

Ma la gioia durò poco, scoppiò la seconda guerra mondiale . L’orto era devastato, la gente per fame piantava verdure su ogni pezzo di terra. I giardini erano disseminati di ossa e pelle di animali macellati. E Mary quindi cercò un buon posto per un nuovo giardino pubblico, perché ritornare ad Oppio era impossibile. Il nuovo direttore dei giardini romani, Elvezio Ricci, trovò un’area alle pendici dell’Aventino, invasa dalle erbacce e inutilizzata da anni. Un luogo felice, e nell’antichità qui c’era il santuario di Flora , la dea romana dei fiori e della primavera, che veniva venerata ogni anno alla fine di aprile durante i Floralia.

Queste terre appartenevano alla comunità ebraica romana, e negli anni 1645-1934 qui esisteva un cimitero ebraico , anche se qui gli ebrei furono sepolti solo fino al 1895.

Il cimitero ebraico era soprannominato “Ortaccio degli Ebrei”.

In seguito Il cimitero ebraico fu spostato nel 1934 in un settore del cimitero del Verano, e la zona fu occupata da “orti di guerra”, per poi rimanere incolta. 

Nel 1950 o 51 il Comune, con l’accordo della Comunità ebraica decise di ricreare il roseto nell’area attuale. 

Ma il ricordo della sua appartenenza alla comunità ebraica rimane: i vialetti che dividono le aiuole nel settore delle collezioni, se visti dall’alto, formano il disegno di una menorah, il candelabro a sette braccia della tradizione ebraica, mentre ai due ingressi del giardino è stata posta una stele con le Tavole della Legge di Mosè che ne ricorda la passata destinazione, opera dell’architetto Angelo Di Castro.

La menorah dall’alto

IL CONCORSO DI ROSE

Nel maggio 1933 fu istituito il Premio Roma per le Nuove Varietà di Rose, il concorso più antico del mondo dedicato a questi fiori, dopo quello di Bagatelle, vicino a Parigi (istituito nel 1907)

La contessa Mary Gayley Senni fu la curatrice delle varie edizioni e fece parte della giuria fino al 1954, in rappresentanza dell’ American Rose Society.

LE ROSE DEL ROSETO

Il roseto copre un’area di circa 10000 m² in leggero declivio, divisa in due da via di Valle Murcia, si trovano circa 1 100 diverse specie di rose provenienti da tutto il mondo. Fra le più curiose, la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali di color verde, la Rosa Chinensis Mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni e la Rosa Foetida, una rosa maleodorante.

QUANDO VISITARLO:

Il roseto di Roma aprirà anche quest’anno giovedì  21 APRILE 2022 ALLE ORE 08:30 dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore 13:00

lunedì e martedì anche dalle 14:00 alle ore 16:30

Sito ufficiale del roseto di Roma.

8) TEMPIO BUDDHISTA DI ROMA (Monastero Hua Yi) (prezzo: gratis)

Fonte.

E se vi dicessi che a Roma c’è il più grande tempio buddhista d’Europa?

No non sto scherzando, si tratta del Monastero Hua Yi e si trova nella periferia di Roma in via dell’Omo N. 142

E’ stato inaugurato il 31 marzo 2013,  grazie alle offerte della popolazione cinese di Roma e provincia e alle donazioni arrivate dalla Cina e da Taiwan. il suo fondatore è il Gran Maestro Wei Chueh.

Il monastero è stato costruito per consentire la pratica Zen (meditazione per ottenere la purificazione e la saggezza).

Il Monastero di Hua Yi è un’organizzazione senza scopo di lucro, e rappresenta la sede distaccata del Monastero di Chung Tai Chan (Monastero di Chung Tai Chan Onlus), e vanta la qualifica di membro ufficiale dell’Associazione Buddhista Italiana (UBI, Unione buddista italiana).

L’eleganza esterna dell’edificio mostra lo stile dei Templi Buddisti tradizionali cinesi e dell’arte cinese.

La forma del tempio è quella tipica cinese a “pagoda”, uno stile non originario della Cina ma frutto dell’influenza straniera sull’architettura cinese. La pagoda rappresenta infatti un’evoluzione dello stupa buddhista indiano, monumento in cui venivano conservate le reliquie del Buddha e gli oggetti religiosi sacri. Nel cortile antistante, si trova come da tradizione, la statua di un leone, simbolo di protezione e forza.

Appena all’interno troviamo il Buddha ridente, il Bodhisattva Maitreya, che porta via la tristezza e simboleggia la prosperità. In alto ci sono numerose raffigurazioni di fiori di loto, emblema di purezza e simbolo del risveglio.

La Sala Zen, che contiene una statua del Buddha Shakyamuni e statue di bodhisattva, può ospitare 150 praticanti per la meditazione seduta. La sala conferenze è anche utilizzata come sala da pranzo e biblioteca, con oltre 2.000 volumi del canone buddhista per lo studio del Dharma. 

Insomma se volete andare in Cina, ma non potete, un salto per ammirare questo splendido tempio, può essere una bella soluzione alternativa.

Sito ufficiale.

9) LIBRERIA ROTONDI (prezzo: gratis)

Il suo vero nome è Libreria delle Occasioni, ma attenzione non si tratta di una libreria qualunque, ma della più antica di Roma!

La libreria Rotondi è stata riconosciuta “negozio storico” dal Comune di Roma nel 2004 ed è specializzata in Oriente, esoterismo, filosofie e religioni.

Si esatto, la libreria più antica di Roma, è una libreria esoterica!

Varcando la soglia di questo negozio storico si respira l’atmosfera di un luogo magico e misterioso, deposito di testi antichi e rari.

Si trova in in via Merulana 82 e il suo proprietario Amedeo Rotondi (noto anche come Amadeus Voldben), la fondò nel 1941 e ne fece in poco tempo un importante punto di riferimento per tutte le persone impegnate in un cammino spirituale.

Ancora oggi la Libreria è specializzata in testi antichi e rari, edizioni di pregio e fuori commercio, prestigiose opere d’epoca, da collezione, libri su oriente, filosofie e religioni. 

Gli ambienti interni conservano gli arredi ed il fascino originari, caratterizzati da scaffalature in legno, soffitti a volte ed un’atmosfera magica che stimola la ricerca e la voglia di imparare.

Oggi la libreria è gestita dal nipote e dai due pronipoti del suo fondatore: per questa sua ininterrotta attività ha ricevuto nel 2004 il riconoscimento di “Negozio storico” da parte del Comune di Roma.

Inutile dire che si tratta della mia libreria preferita vero?

Libreria Rotondi – La libreria delle occasioni

10) LA PORTA ALCHEMICA DI ROMA

Vicino alla libreria Rotondi, in piazza Vittorio Emanuele II,  potete visitare la Porta Alchemica.

Questa porta, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, insieme ad altre 4, faceva parte della villa del marchese di Pietraforte Massimiliano Savelli Palombara (1614-1685), ovvero Villa Palombara. Oggi la villa non esiste più, sostituita da piazza Vittorio Emanuele II .

La Porta Alchemica è l’unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara.

Sull’arco della porta perduta sul lato opposto vi era un’iscrizione che permette di datarla al 1680.

Il marchese di Palombara era profondamente interessato all’alchimia, e nella sua villa ospitò svariati alchimisti, ma la leggenda legata a questa porta risale a molto più avanti nei  secoli.

LA LEGGENDA DELLA PORTA ALCHEMICA

Secondo la leggenda, trasmessaci nel 1802 dall’erudito Francesco Girolamo Cancellieri, un pellegrino chiamato stibeum, fu ospitato nella villa per una notte. Costui, identificabile con l’alchimista Francesco Giuseppe Borri, si trovava lì perchè alla ricerca di una misteriosa erba capace di creare l’oro. Il mattino seguente fu visto scomparire per sempre attraverso la porta, ma lasciò dietro di sé alcune pagliuzze d’oro, frutto di una riuscita trasmutazione alchemica, e una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici che doveva contenere il segreto della pietra filosofale.

Il marchese cercò inutilmente di decifrare il contenuto del manoscritto con tutti i suoi simboli ed enigmi, finché decise di renderlo pubblico facendolo incidere sulle cinque porte di villa Palombara e sui muri della magione, nella speranza che un giorno qualcuno sarebbe riuscito a comprenderli..

LA VERA COLLOCAZIONE DELLA PORTA ALCHEMICA

Oggi si può ammirare la Porta Alchemica nell’angolo settentrionale dei giardini all’interno di piazza Vittorio Emanuele II. La sua posizione originaria si trovava a circa cinquanta metri verso l’incrocio di via Carlo Alberto con via di San Vito. Nel 1873 la Porta Magica fu smontata e ricostruita nel 1888 all’interno dei giardini di Piazza Vittorio, su un vecchio muro perimetrale della chiesa di Sant’Eusebio, e accanto furono aggiunte due statue del dio Bes, che si trovavano in origine nei giardini del Palazzo del Quirinale.

E questo è tutto per oggi, ovviamente ci sono molti altri posti insoliti da visitare a Roma!

Voi conoscevate questi posti? Avete qualche posto da suggerirmi da visitare?

Baci da Izumi!

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