L’INCREDIBILE STORIA DEL CORSETTO NEL TEMPO
Ciao Domini!
Oggi torneremo indietro nel tempo per scoprire l’origine e la storia del corsetto!
Se ve lo stesse chiedendo, no non m’intendo minimamente di abiti storici.
Ma la mia amica costumista storica PAOLA, creatrice del brand Butterly Garments, SI!
Paola, si occupa di costume storico ormai da parecchi anni, chi meglio di lei può raccontarci tutto su questo particolare indumento, che ha goduto di così tanta popolarità in passato.
Lascio quindi a lei la parola:
Salve a tutti! Sono Paola, ringrazio Domina per questa splendida collaborazione.
Oggi parleremo delle origini del corsetto e della sua evoluzione nei secoli.
STORIA DEL CORSETTO
Sin dai tempi antichi esistevano strumenti per sostenere il seno.
I Romani, per esempio, usavano fasce dette Strophium.
Ma il primo vero corpetto rinforzato da stecchi nasce tra 1500 e 1600: inizialmente tale capo era formato da due strati di lino impunturati (talvolta la stoffa veniva indurita da colle), mentre al centro veniva posto uno stecco removibile in legno o altro materiale rigido detto “Busk”.
Successivamente fu aggiunto l’uso delle stecche di balena come rinforzo, dette in italiano “Fanoni”. L’uso di questi primi corsetti, si dice sia stato largamente promosso da Caterina De Medici alla corte di Francia per poi diffondersi in tutta Europa, nonostante molti ritengano si tratti solo di una legenda.
Oltre questo tipo di indumento, sono stati ritrovati in Europa tra 1500 e 1600 corsetti interamente realizzati in metallo (uno di questi conservato a Parigi nel museo di Cluny mentre un altro al museo Stibbert di Firenze) forse ad uso medico, che tuttavia non ebbero larga diffusione nei secoli successivi (chissà perchè).
L’uso dei primi corsetti viene accompagnato in Europa nel 1500 e nel 1600 da gonne di forma prima conica, poi cilindrica definite da “gabbie” introdotte dalla moda spagnola: queste strutture erano chiamate Verdugado (Farthingales in inglese, Verdugale o Guardinfante in italiano) e a volte venivano ulteriormente enfatizzate dall’ aggiunta di cuscinetti sui fianchi.
Tra il 1600 e il 1700 il corsetto assume il nome in inglese di “Pair of Stays” o “Stays”.
Inizialmente molto semplice, nel tempo diventa sempre più complesso e formato da più pezzi, mentre nella parte inferiore assume la forma di linguette smerlate dette in inglese “Tabs” che venivano steccate.
Spesso anche il corpino esterno veniva steccato ed aveva tali smerli.
In particolar modo durante il Diciottesimo secolo sopra l’area anteriore poteva essere aggiunto anche un pezzo removibile di vestiario, spesso visibile come parte dell’ abito e detto “Stomacher”.
Lo stomacher poteva essere steccato ed era spesso ricamato.
I corsetti (stays) potevano essere interamente steccati (fully boned) , o solo in parte (half-boned).
Nel primo caso le cuciture erano molto ravvicinate e necessitavano un’ enorme bravura dell’artigiano.
Dal 1700 i corsetti venivano accompagnati da strutture dette “Panier” che si sviluppavano lateralmente ai fianchi.
Le gonne dei vestiti avevano di solito tasche separabili che venivano annodate in vita da cinte.
Ad inizio ‘800 le influenze dell’ antica Grecia, portano a vesti morbide dal caratteristico “stile impero” ed a forme naturali che rendono anche i corsetti di conseguenza più simili a canotte cordate.
Successivamente il corsetto steccato torna in auge assumendo una nuova forma rispetto ai secoli precedenti, più curvilinea, meno rigida, che enfatizza la vita sottile.
A metà del secolo diversi cartamodelli di corsetti sono rintracciabili nelle riviste per signore e nel 1828 vengono introdotti gli occhielli tondi in metallo, mentre l’ anno dopo viene aggiunto il primo busk nello stesso materiale.
Tale forma di corsetto è forse quella che assomiglia di più quelli odierni.
Dal 1870 non fu più possibile creare corsetti cuciti solo a mano perché direttamente realizzati dall’industria dei corsetti affermatasi in quegli anni.
Nel corso del 1800 al corsetto venivano affiancati vari tipi di copricorsetto e di crinolina o gabbia in base al decennio, di forma rotonda, ellittica o a sellino.
Nei primi del 1900 il numero di pannelli raggiunse anche i 15 per lato, costituendo il corsetto dalla forma sinuosa ad S estremamente curvo, tipico della moda edoardiana.
Spesso tali capi venivano completati da reggicalze e calze abbinate, oltre che dai tipici copricorsetti.
Tra il 1915 ed il 1920 il corsetto si abbasso sempre di più dal seno ed assunse forme longilinee e morbide che raggiungevano spesso i fianchi.
Era affiancato dalle immancabili calze e spesso da reggiseni.
Nei decenni successivi in seguito alla seconda guerra mondiale ed alle rivendicazioni femministe l’uso dei corsetti andò sempre più scemando a favore di
una femminilità differente e contemporanea.
Passando ai nostri giorni, i corsetti vengono ormai creati dal mercato della lingerie come accessori moderni per appassionati, o come riproduzioni usate nella
rievocazione storica.
I materiali utilizzati nei corsetti della moda contemporanea possono essere molto variegati: dal pvc, la pelle, il poliestere, o il classico cotone.
Vi e’ spesso l’inserimento di elementi quali elastici, passamanerie, coppe, suspenders e stecchi in rigilene. La loro vendita spazia dal mercato dei waist trainers, il burlesque, il cosplay, l”alta moda, o anche il settore sposa.
Questa è in breve la storia del corsetto.
Spero che questo piccolo excursus nel mondo dei corsetti vi sia piaciuto e vi aspetto per i prossimi post a tema sul costume storico!
Alla prossima!
I SOCIAL DI PAOLA:
✂️Facebook: https://www.facebook.com/butterflygarments7
✂️Tik tok: https://www.tiktok.com/@butterflygarments?lang=it-IT
✂️ Etsy: https://www.etsy.com/shop/butterflygarments/?etsrc=sdt
✂️Instagram: https://www.instagram.com/butterflygarments/?igsh=MWQyaXh6NTZ0bHF5aA%3D%3D
Fonti:
Jill Salen “Corsets”
Nora Waugh “Corsets and Crinolines”
https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_corsets
http://www.vam.ac.uk/content/articles/a/history-of-pockets/
https://www.vam.ac.uk/
http://www.vam.ac.uk/content/articles/c/crinolines-crinolettes-bustles-corsets-1860-1880/
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/173673