CIBO

SHOPPING CIBO ASIATICO!

Ciao a tutti!  Oggi parlo di cibo asiatico, strano è?

Ho rifatto shopping nei market asiatici in quel regno multietnico chiamato Vittorio Emanuele a Roma; che volete è un mio vizio.

Se non avete soldi per viaggiare venite qui, avrete un’esperienza simile, ma senza massacrare il portafoglio.

Mi raccomando leggete fino alla fine per scoprire quale sarà il cibo jolly che ho acquistato senza avere la più pallida idea di come si usa 😀 (sono un genio lo so).

E ora iniziamo!

Ho comprato questo bel frutto chiamato Pitaya o “frutto del drago.

Ha davvero uno strano aspetto, direi più alieno che draghesco.

Frutto di Pitaya.


Il dentro è strano almeno quanto il fuori. La polpa è bianca con piccoli semini neri, ma ho sentito che ne esistono anche di colore giallo e rosato. Il sapore  è molto tranquillo, agrumato e leggermente dolce, niente di entusiasmante insomma. E’ pur vero che si tratta di un frutto importato, probabilmente quello appena colto dall’albero avrà un sapore ben più intenso (spero). La consistenza è morbida e si mangia con un cucchiaino.

Andando sul classico ho acquistato una bella bustona di vermicelli di soia, li adoro, non posso farci niente. 

Altro tipo di “pasta” , se così la possiamo chiamare, sono questi chicchi di konjac. Niente di spaventoso, si tratta di una pianta da cui si estrae una farina. Con questa farina e acqua si realizzano varie forme di “pasta” la più conosciuta in Italia è  forse la shirataki, spaghetti giapponesi che spopolavano tempo fa come alimento dietetico. Io ho provato sia i classici shirataki, sia in altre forme, ma a forma di chicchi mai, quindi era ora di provare no? La pasta di konjac viene venduta già pronta dentro un liquido. Basta scolarla e saltarla in padella con quel che più vi aggrada. Altrimenti la si vende secca da reidratare. Molto presto pubblicherò una semplice ricettina con questi chicchi.

Ovviamente dovevo provare anche delle zozzerie, ma senza esagerare è XD

Queste sono patatine al gusto di cetriolo. Tralasciando gli ingredienti perchè non ne vale la pena, il gusto è proprio di cetriolo, davvero gli aromi chimici non smettono mai di stupirmi… ottime comunque.

Passando ai dolci, ho preso questi mini budini, i market asiatici forniti ne hanno un sacco di gusti, ma ho preferito accontentarmi di uno alla fragola e uno al kiwi.

Arriviamo a cose più serie. Questo è panko il pangrattato giapponese. Ideale per preparare il Tonkatsu, cotolette di maiale fritte, oppure quel bel gamberone fritto che troviamo in tanti piatti tipici del Sol Levante. Il pangrattato giapponese è completamente diverso dal nostro, da maggiore croccantezza e bè provatelo e capirete. Anche questo lo vedrete in azione in un prossimo post.

Ebbene si c’è anche l’odiato.

Questo invece è una novità per me, si tratta di fettuccine di pasta di farina di patate. Ho già provato gli spaghetti di patate in passato, ma questa forma mi è nuova. Vedremo cosa ne uscirà fuori..

Bene, siamo arrivati al cibo jolly di questo post. La mia insaziabile curiosità mi spinge sempre a provare cose nuove, ma a volte esagero e mi ritrovo a comperare alimenti dall’utilizzo completamente sconosciuto. Questi sono semi di annatto, che dalle mie ricerche ho scoperto trattarsi dei semi di una pianta di origine amazzonica la Bixia orellana da cui si estrae un colorante alimentare utilizzato anche nelle industrie. Ma a cosa diavolo mi serve in cucina? A tingere il cibo e poi? Ho assaggiato un seme, ma ha un gusto che ricorda quasi il sapone e non ho idea di come li posso utilizzare. Se qualcuno di voi ne sa qualcosa sono tutta orecchie XD.

Voi avete mai provato questi prodotti? Come li usate?

Baci Izumi 😉

Domina Historia

Storia, Cultura e Biografie con un tocco NERD!

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