RISTORANTE RAMEN BAR AKIRA A ROMA
Salve a tutti, oggi inauguro una nuova serie di post dedicati alle recensioni di ristoranti. Spero possa essere utile a voi quanto a me, per migliorarmi ed imparare sempre di più del settore enogastronomico. Inizio con la recensione di un ristorante che ha aperto molto recentemente qui a Roma: Il Ramen bar Akira.
Situato vicinissimo alla stazione Ostiense é facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici (Scioperi permettendo). Il ristorante ha aperto ufficialmente quest’estate, ma trattandosi di un locale specializzato in ramen, ho aspettato che arrivasse l’inverno per godermelo appieno.
Se non si fosse capito dal nome, é un ristorante Giapponese specializzato nella preparazione di Ramen.
Nello specifico si tratta di “iekei ramen” una delle tantissime varianti del ramen in Giappone. La cui caratteristica principale ė il brodo preparato con ossa di maiale e gli spaghetti “futomen”.
Non mi dilungheró eccessivamente sulle caratteristiche e sulla storia di questo ramen perché sono ampliamente descritte sul sito del ristorante nonché sulle stesse tovaglie di carta.
L’interno del ristorante é molto semplice, pulito, essenziale, quasi zen. Sulle pareti bianche vi sono le foto dei ramen che vengono serviti. Oltre ai classici tavoli vi é un angolo “bar” dove si possono vedere i cuochi in azione e gustarsi, magari da soli, il proprio ramen, tipico di molti locali in Giappone.
Io e il mio “assistente” peró abbiamo preferito il classico tavolo.
Ok passiamo ora alle cose serie, il menú:
Nel menú sono presenti svariati antipasti, come i classici edamame, insalata wakame, frittata giapponese ecc.
Il pezzo forte, ovvero il ramen, nelle sue poche ma buone varianti.
Altri piatti giapponesi e dolci tra cui il gelato al monchi, i famosi dorayaki e la kasutera, la soffice torta importata dai portoghesi in Giappone.
Come bevande abbiamo tre tipi di sakè due di birra giapponese, l’Asahi e la Kirin. vi è anche il vino ma lo trovo del tutto superfluo.
Io è il mio “assistente” abbiamo iniziato con una birra Kirin, buona e fresca, leggermente dolce come piace a me. L’Asahi l’assaggiai tempo fa ma non mi fece impazzire.
Poi visto che di cucina giapponese il mio assistente ci capiva poco o niente, ha deciso di prendersi i gyoza, l’unico piatto meno giapponese del menú, i classici involtini cinesi. Comunque a parte il primo momento di perplessitá i ravioli in questione erano fortunatamente diversi da tutti quelli assaggiati nei ristoranti “finto-cinesi per italiani”. Erano fritti e con una predominanza dello zenzero che non mi é affatto dispiaciuta. Il tutto accompagnato con una salsa di soia non troppo salata che si sposava alla perfezione.
Ma passiamo al pezzo forte, il ramen: io ho preso il “black shoyu tonkotsu“. Mentre il mio ” assistente” sai é preso l’infuocato “red spicy tonkotsu“.
Mi ha colpito notevolmente il brodo, elemento essenziale del piatto assieme alla pasta. Era quasi denso, molto saporito, dal sapore umami che dovrebbe essere dato dal tonno secco katsuobushi e dall’alga kombu e non dall’odiosa polverina bianca (glutammato monosodico in polvere) che si trova in bustine in tutti gli asian market.
La carne di maiale si scioglieva in bocca, l’alga nori dava croccantezza e gli spaghetti erano eccellenti. E’ un ramen di cui difficilmente si potrebbe parlare male.
Ho assaggiato anche il red spicy tonkotsu, molto saporito, ma anche estremamente piccante, ho retto a malapena due cucchiai. Roba per gente tosta.
E’ carino il fatto di riconoscere cosa sta mangiando la gente nei tavoli semplicemente guardando il colore della loro ciotola, perché ogni colore corrisponde a un tipo di ramen.
A questo punto ero piena. Nel menù è inoltre disponibile un’opzione che ti permette, nel caso avanzasse brodo nella ciotola, di aggiungervi altra porzione di pasta o di riso pagando 3 euro in più.
Ero così piena che non sono riuscita ad assaggiare la kasutera, la torta giapponese che fin’ora ho trovato solo in questo ristorante.
Detto questo vi lascio alcune informazioni veloci sul ristorante e sulla mia opinione.
Indirizzo: Via ostiense,73, 00154, Roma.
Sito web: http://ramenbarakira.com/
Parcheggio: Difficoltoso, meglio usare i mezzi, noi abbiamo parcheggiato vicino eataly.
Accetta carte di credito: si
Fascia di prezzo: Media, una porzione di ramen costa sui 12 euro ma sazia abbondantemente.
Tempi di attesa: brevi.
Cosa prenderei la prossima volta: il ramen vegetariano (tanto per curiosità) e la kasutera.
Raccomandato a: Chi ama il vero cibo giapponese ed è consapevole che non si tratta solo di sushi mediocre mangiato ai no-limits.
Fattori positivi: Finalmente il vero ramen a Roma!
Fattori negativi: Non ci sono, forse la scarsa varietà di ramen, ma non ne farei un fattore negativo, anzi probabilmente hanno scelto di preparare pochi ramen, ma perfetti. Un’altra “critica” potrebbe essere sul ramen stesso, è perfetto si, forse troppo, nel senso che lo considero il gusto base che un ramen deve avere, ma che non ti da quella sensazione “wao è il migliore che abbia mai assaggiato!”.
Ci ritornerei? Si.
E questo è tutto per oggi! Spero che questa mia prima recensione di un ristorante non sia stata troppo noiosa. Se avete suggerimenti sono ben accetti!!