PETER PAN E L’ISOLA CHE NON C’E’ (Parte 2)
Ciao Domini!🍓
Benvenuti in questo nuovo post!
Oggi proseguiamo con la seconda parte del post su Peter Pan addentrandoci finalmente nel mondo dell’isola che non c’è!
Se vi siete persi il primo post vi consiglio di recuperarlo.
Inoltre, se vi interessa, ho realizzato anche il video Youtube sulla “Peter Pan” saga qui☺️⬇️
Eravamo rimasti a quando Peter Pan e i fratelli Darling volano via dalla loro casa al numero 14 di Londra e si dirigono verso l’isola che non c’è.
COME ARRIVARE ALL’ISOLA CHE NON C’E’
Arrivare all’isola che non c’è, è tutt’altro che facile, e come se non bastasse Peter non è proprio un ottima guida.
Peter dapprima prese per mano Wendy, ma la lasciò subito perché Campanellino si era indignata.
Dapprincipio, i suoi compagni di viaggio si affidarono ciecamente a Peter.
Ma dopo quelli che sembravano tre giorni di volo, i tre fratelli iniziarono ad avere sonno, e questo era un pericolo perché se si appisolavano anche solo per un secondo precipitavano.
La cosa più grave è che Peter trovava la cosa spassosa.
Comunque alla fine si buttava sempre in picchiata e li recuperava prima che toccassero l’acqua.
E siccome Peter detestava la monotonia, ecco che un gioco che un momento prima lo appassionava, poteva all’improvviso stancarlo e quindi c’era sempre la possibilità che la volta successiva li avrebbe lasciati precipitare (soprattutto John e Michael).
Peter era capace di dormire in volo senza cadere; bastava che si stendesse di schiena e si lasciasse galleggiare nell’aria..Wendy implorava ai suoi fratellini di essere più gentili con Peter, perchè aveva paura che li abbandonasse lì e loro non sapevano come tornare indietro.
Ogni tanto Peter si allontanava; volava molto più velocemente di loro e, all’improvviso, spariva dalla circolazione, diretto verso nuove avventure a cui loro non prendevano parte.
Poi tornava in picchiata, ridendo di qualche storiella spiritosa che però nella maggior parte dei casi aveva dimenticato.
Questo preoccupava ancora di più Wendy che temeva si sarebbe dimenticato di loro.
In effetti, quando Peter tornava da qualche avventura, spesso non si ricordava di loro, almeno non bene.
Peter costernato disse a Wendy che se si accorgeva che lui la stava dimenticando doveva dirgli “Sono Wendy”, e allora l’avrebbe riconosciuta, poi per scusarsi, insegnò loro a distendersi supini sui venti forti e ad addormentarsi in assoluta sicurezza in volo.
Dopo molte lune finalmente raggiunsero l’isola che non c’è.
E’ impossibile non notarla perchè è letteralmente indicata da un migliaio di frecce dorate che provenivano tutte dal loro amico sole, che voleva accertarsi che trovassero la strada prima di doverli abbandonare per la notte.
L’ISOLA CHE NON C’E’
Si trova andando verso la Seconda a destra e poi dritto fino al mattino.
E a differenza delle isole che non ci sono, che sono isole di fantasia, l’isola che non c’è di Peter è reale.
Di solito, quando Peter non c’è, la vita sull’isola scorre tranquilla.
Le fate dormono un’ora in più al mattino, le belve accudiscono i propri cuccioli, i pellerossa mangiano a sazietà per sei giorni e sei notti, e quando i pirati e i Bimbi Sperduti incrociano le loro strade, si limitano a mordersi il pollice in segno di sfida.
Ma con il ritorno di Peter, che odia l’inattività, tutti riprendono la loro frenetica routine e l’isola torna a fremere di vita.
Ma attenzione, essendo quest’isola che non c’è, REALE, qui si può morire.
Sull’isola oltre i Bimbi sperduti, ci sono anche le fate, i Pellerossa, la laguna delle sirene e la baia dei Pirati di Capitan Uncino.
Oltre che innumerevoli bestie feroci come leoni, tigri, orsi, ma soprattutto un enorme coccodrillo..
Spesso Bimbi e pirati si uccidono tra loro, così come i pirati e i Pellerossa.
Si esatto, i Bimbi sperduti uccidono e vengono uccisi..
Non è chiaro come scorra il tempo sull’Isola che non cè .
Normalmente il tempo viene calcolato in lune e soli, ma qui ci sono più lune e soli che sul continente.
Quello che è certo è che il tempo scorre molto più lentamente rispetto alla terra, ma soprattutto una volta arrivati sull’isola si inizia a dimenticare la vita trascorsa sulla terra.
Peter l’aveva ormai dimenticata da tempo, anche se a volte il suo passato torna a farli visita nei sogni..
I LUOGHI DELL’ISOLA CHE NON C’E’
IL MONDO DELLE FATE
Nel primo libro “Peter Pan nei giardini di Kensington” le fate vivono dentro ai giardini e sono guidate dalla regina Mab.
Anche sull’isola che non c’è, ci sono le fate ma il libro non specifica molto sulle loro usanze.
Peter raccontò a Wendy delle fate la prima notte che si incontrarono:
Le considerava un’enorme scocciatura: erano sempre tra i piedi, e spesso era stato costretto a nascondersi per non averle intorno.
Tutto sommato, però, gli piacevano e raccontò a Wendy la loro origine: “quando il primo bambino rise per la prima volta, la sua risata si sbriciolò in migliaia di frammenti che si sparpagliarono qua e là e così nacquero le fate.“
Quindi, in teoria, ci dovrebbe essere una fata per ogni bambino della terra, ma purtroppo non è così perchè i bambini, oggi, smettono di credere alle fate troppo presto.
Inoltre ogni volta che un bimbo dice di non credere nelle fate, una fata muore.
Le fate sono sempre avvolte da un’intensa luce, che si spegne solo se si addormentano.
Le fate non vivono a lungo, ma sono così piccole che un breve periodo di tempo a loro sembra lunghissimo.
L’unica fata descritta dettagliatamente nel romanzo è Campanellino.
I BIMBI SPERDUTI
Sono i bambini che cadono dalle carrozzine quando le bambinaie si distraggono.
Se non vengono reclamati entro sette giorni, vengono spediti all’Isola che non c’è ,perché nessuno ne copre le spese (o almeno così afferma Peter).
Peter è il loro capitano.
I Bimbi Sperduti sentono molto la mancanza di una compagnia femminile, questo perchè non esistono bambine tra i Bimbi sperduti, perchè, come Peter spiegò a Wendy, le bimbe sono troppo furbe e non cadono dalle carrozzine.
Il numero dei bambini sull’isola non è costante, varia a seconda di quanti ne vengono uccisi.
E quando sembra che il numero cresca troppo, cosa che è contro le regole, Peter interviene per ridurlo (non si capisce in che modo, ma la cosa mi spaventa).
All’epoca della nostra storia ce n’erano sei.
Peter ha proibito loro di imitarlo nell’aspetto, anche nel più piccolo particolare, e così indossano le pelli degli orsi che hanno ucciso.
Così impellicciati, sono talmente rotondi che se cadono si mettono a rotolare. Proprio per questo hanno imparato a camminare poggiando bene i piedi a terra.
I Bimbi sperduti all’arrivo di Wendy sull’isola erano:
Trombetta (Tootles)
Era il Bimbo più sfortunato perchè arrivava sempre quando l’avventura era finita, in compenso era il più umile dei ragazzi e anche il più ingenuo, fu lui a colpire Wendy per colpa di Campanellino.
Volpuccio (Slightly)
E’ il bambino più vanitoso.
Sostiene di ricordare il periodo prima che si smarrisse, e per questo il suo naso ha assunto un arrogante piega all’insù.
Pennino (Nibs)
E’ “allegro e bonaccione”. Dice che l’unica cosa che riesce a ricordare della madre è il fatto che desiderasse sempre avere un libretto d’assegni tutto per sé: “Non so cosa sia un libretto degli assegni, ma vorrei proprio regalarne uno a mia madre”.
Orsetto (Curly)
E’ un vero e proprio monello. Si è dovuto costituire così tante volte, quando Peter diceva: «Si faccia avanti chi è stato», che ormai si fa sempre avanti, anche quando il colpevole non è lui.
I Gemelli
Per ultimi ci sono i Gemelli che non hanno un nome.
In realtà i Bimbi Sperduti sono molto più robusti di Peter ma non glielo vanno certo a dire.
Potevano parlare delle loro madri solo in assenza di Peter, visto che Peter riteneva sciocco l’argomento.
Quando Wendy arrivò all’Isola che non c’è, i Bimbi sperduti la trattarono come una vera e propria mamma, pur sapendo che in realtà era una bambina, ma in quanto femmina, era degna di rispetto, per volere anche di Peter.
LA CASETTA SOTTERRANEA DEI BIMBI SPERDUTI
I Bimbi sperduti vivono in una casetta sotterranea senza apparenti entrate.
Le entrate infatti sono nascoste e si trovano sotto sette grossi alberi, ognuno con un buco nel tronco cavo della stessa larghezza di un bimbo.
Se l’apertura non calzava perfettamente, era difficile andare su e giù, e non c’erano due bambini che avessero la stessa corporatura.
Se l’apertura invece calzava bene, bastava trattenere il fiato per scendere in un attimo. Per risalire, invece, si inspirava e si espirava alternamente, e si sgusciava all’aperto.
L’importante era trovare le dimensioni giuste, e Peter prendeva le misure per gli alberi con la stessa cura di un sarto.
Una delle prime cose che Peter fece quando i tre fratelli arrivarono nell’isola, fu appunto prendere le misure di Wendy, John e Michael per i buchi negli alberi.
Sono queste le entrate della la casa sotterranea che Uncino cercava invano.
Dentro la casetta sotterranea c’è l’Albero che non c’è, che cerca disperatamente di crescere dentro la casetta sotterranea, ma ogni mattina i bambini ne segano il tronco al livello del pavimento.
I PELLEROSSA
Attenzione quella che seguirà sarà esclusivamente la descrizione che il libro fa dei Pellerossa, non mi assumo alcuna responsabilità in merito.
Nel romanzo i pellerossa non hanno le ciglia.
Sono armati di tomahawk (un’accetta) e coltelli, e i loro corpi nudi risplendono di immagini di guerra e di olio.
Legati intorno alla vita hanno degli scalpi, sia di bambini che di pirati.
Il capo dei Pellerossa è il Grande Capo Piccola Pantera, un valoroso guerriero che inciampa spesso a causa dei numerosi scalpi che porta alla cintura.
Poi c’è Giglio Tigrato, una principessa di puro sangue reale, ora fredda, ora affettuosa.
Non c’è guerriero che non abbia desiderato avere in moglie questa indocile creatura, ma lei ha allontanato l’altare a colpi di ascia.
Dopo l’avventura della Laguna, quando Peter la salvò, i bambini e i Pellerossa divennero amici.
Peter divenne il “Grande Padre Bianco” e tutte le volte che diceva: «Peter Pan ha parlato», nessuno poteva più aprire bocca e tutti accettavano la cosa con umiltà.
Gli altri bambini non erano considerati con lo stesso rispetto e venivano trattati come semplici gregari.
LA LAGUNA DELLE SIRENE
D’estate i bambini trascorrono lunghe giornate nella Laguna.
La maggior parte del tempo nuotano o stanno a galla, oppure giocano a nascondino con le sirene.
Ma le sirene non sono affatto buone e gentili, sono dispettose e antipatiche.
Uno dei maggiori dispiaceri di Wendy, finché rimase sull’isola, fu di non aver mai ricevuto una parola gentile da una sirena.
Quando si avvicinava furtiva alle rive della Laguna, vedeva un gran numero di sirene, soprattutto sulla Roccia del Teschio, dove adoravano crogiolarsi al sole pettinandosi i capelli con un’indolenza che innervosiva Wendy.
Talvolta si azzardava anche a nuotare, fino a qualche metro da loro, ma non appena la vedevano, si tuffavano schizzandola con la coda di proposito.
Trattavano male tutti i bambini, eccezion fatta ovviamente per Peter, che chiacchierava con loro sulla Roccia del Teschio per ore e ore, e sedeva sulle loro code quando diventavano troppo impertinenti.
Il momento più suggestivo per vederle è al volgere della luna, quando emettono strane grida lamentose.
Ma in quel momento la Laguna è pericolosissima per i mortali.
Nella laguna vive anche l’Uccello che non c’è.
IL GOLFO KIDD (dove vivono i pirati)
Il Golfo di Kidd si trova vicino alla foce del Fiume dei Pirati, lì si trova la Jolly Roger, la nave di Capitan Uncino, che galleggia a pelo dell’acqua.
Note:
Il Golfo Kidd prende il nome da William Kidd (1645 –1701) un pirata scozzese realmente esistito.
Fu uno dei più celebri corsari di sempre, incaricato inizialmente di combattere contro i pirati, si unì in seguito alla pirateria, ma finì per essere catturato e giustiziato.
LA JOLLY ROGER
La Jolly Roger è la nave di Capitan Uncino.
“Il brigantino era sgangherato e sporco, detestabile in ogni sua trave, e il pavimento era ricoperto di penne strappate.
Era il cannibale dei mari e non avrebbe neppure avuto bisogno di quella vigile luce, difeso com’era dal terrore della sua fama.
Era avvolto dal mantello della notte, attraverso il quale nessun suono sarebbe potuto giungere a riva. Si udivano pochi rumori a bordo, di cui nessuno piacevole…”
LA CIURMA DI CAPITAN UNCINO (i nomi sono quelli in italiano)
Oltre a Spugna e Capitan Uncino, che sono i pirati meglio descritti nel romanzo, abbiamo anche altri pirati:
Cecco
E’un affascinante l’italiano che ha inciso il suo nome a lettere di sangue sul didietro del governatore della prigione di Gao.
Il nero
Il gigantesco nero alle sue spalle ha cambiato più volte nome, da quando ha rinunciato a quello che le mamme di colore ancora oggi pronunciano per terrorizzare i propri figli sulle sponde del Guadjo-mo.
Denteduro
Con tatuaggi su ogni centimetro del corpo, lo stesso Denteduro che ammazzò sei dozzine di uomini sul Tricheco del Capitano Flint prima di cedere la borsa piena di moidore (Monete d’oro portoghesi).
Cambusa
Si dice fosse il fratello di Murphy il Nero (ma la cosa non è mai stata provata)
Starkey il Gentiluomo
Un tempo maestro assistente in una scuola pubblica e tuttora cerimonioso quando ammazza i suoi nemici.
Lanterna: (il Lanterna di Morgan)
Lasagna: sempre con le mani dietro la schiena.
Colonna, Massone e altri farabutti ben noti e temuti nel Mar delle Antille.
SPUGNA (Smee)
Un nostromo irlandese, un tipo bizzarro che pugnala, per così dire, senza offesa, l’unico elemento non conformista della ciurma di Uncino.
Spugna aveva un soprannome simpatico per tutto, e la sua sciabola d’abbordaggio si chiamava Johnny Cavatappi, perché la girava e rigirava nelle ferite come un cavatappi.
Ci sono molte “amabili” usanze di Spugna. Per esempio, dopo aver ucciso qualcuno, si puliva gli occhiali e non la sciabola.
Spugna è sempre indaffarato e servizievole, la quintessenza della banalità. Non sappiamo per quale motivo fosse così patetico.
Persino gli uomini più gagliardi voltavano velocemente il capo quando incrociavano il suo sguardo, e più d’una volta, nelle sere d’estate, Spugna aveva raggiunto la fonte delle lacrime di Uncino e le aveva fatte sgorgare.
Di questo, come di quasi tutto il resto, Spugna era del tutto inconsapevole.
Spugna crede di essere un pirata feroce, ma non è così che la pensano Wendy e i Bimbi Sperduti.
Quando Wendy sente che Spugna non sa cosa sia una mamma, decise che se avesse mai desiderato un pirata da coccolare, avrebbe scelto Spugna.
Ma per quanto Spugna non sapesse cosa fosse una mamma, fu lui a proporre di rapire Wendy e farne la madre dei pirati, con l’approvazione di Uncino.
Spugna è molto bravo a cucire con la macchina da cucire.
Dopo essere stati catturati dai pirati, non c’era bimbo a bordo del veliero che già non gli volesse bene a Spugna e lo trovavano adorabile.
Uncino se ne era accorto e fremeva dalla voglia di dirglielo, ma gli sembrava un comportamento eccessivamente brutale.
Invece, continuava ad arrovellarsi con questo mistero: perché ai loro occhi Spugna era adorabile?
Se Spugna era adorabile, cosa che lo rendeva tale? All’improvviso gli si palesò una terribile risposta: le buone maniere?