LE 6 SFORTUNATE MOGLI DI ENRICO VIII (SECONDA PARTE)
Nel precedente post ci siamo lasciati con la tragica morte di Anna Bolena, la divisione tra Chiesa Cattolica e Inglese e con il nostro re pazzoide Enrico di nuovo senza una regina consorte (e senza erede maschio).
Occorre trovare presto una nuova moglie.
Ma tranquilli che il nostro Enrico non fa in tempo a far ammazzare sua moglie Anna Bolena, che già si è innamorato di nuovo.
3) JANE SEYMOUR (1508-1537)
LA FAMIGLIA DI JANE
La famiglia di Jane non è granché ricca ma può vantare comunque nobili origini:
La madre è imparentata con le casate più importanti del regno, tra cui i Boleyn e gli Howard (quindi Jane era cugina di Anna e della futura quinta moglie del re, Caterina Howard).
Si diceva che le famiglie da cui discendeva Jane erano molto fertili, fattore che avrebbe contribuito a farla esaltare agli occhi di Enrico (che voleva tutti costi un figlio maschio).
UN’ ISTRUZIONE DI BASE
Jane non beneficia dell’istruzione principesca di Caterina e Anna, ma come tutte le nobildonne del suo rango, sa leggere e scrivere, è abile nelle arti femminili come ricamo ed economia domestica, e ama anche cacciare.
Tra il 1527 e il 1529 diventa dama di compagnia della regina Caterina d’Aragona, con cui condivide la fervente fede cattolica e per la quale forse prova un sincero affetto, tanto che, una volta regina, appoggerà gli interessi della figlia di lei, la principessa Maria.
Bisogna comunque notare che Jane non segue Caterina in esilio: certo non possiamo sapere se le è stato impedito o se è una sua scelta precisa.
Seguire l’ex regina in miseria avrebbe infatti determinato la fine della sua carriera a corte.
L’INCONTRO CON ENRICO
Jane probabilmente incontra il re nel 1536 a Wolf Hall (di proprietà dei Seymour); lei ha all’incirca ventotto anni e il re, quarantacinque. Enrico rimane subito colpito da Jane, ma è ancora sposato con Anna Bolena.
Ma ormai la relazione tra Enrico e Anna è sempre più disastrata.
La situazione peggiora ulteriormente dopo che Anna ha l’ennesimo l’aborto spontaneo, e stavolta pure di un figlio maschio.
Siamo nel 1536 e Anna non è più ritenuta in grado di generare eredi, e ormai Enrico afferma di essere stato costretto a sposarla a causa dei suoi malefici.
Jane è meno affascinante e sofisticata della regina Anna, ma in compenso appare ad Enrico come una donna di buon senso, casta e, provenendo da una famiglia numerosa, certamente fertile!
Così appena due giorni prima della decapitazione di Anna Bolena, con un bizzarro rituale, l’arcivescovo Cranmer dichiara nullo il matrimonio di Anna con Enrico VIII.
Il fidanzamento segreto ha luogo a Hampton Court la mattina del 20 maggio con sontuosa magnificenza e solo dieci giorni dopo si tiene il matrimonio.
JANE DIVENTA LA TERZA REGINA CONSORTE
Certo Enrico non è più “il più bel principe della cristianità“, come era definito un tempo: ormai ha quarantacinque anni, un’età ormai avanzata per l’epoca.
Ma la remissiva Jane appare soddisfatta del suo nuovo ruolo di regale consorte.
Contrariamente ad Anna lei è amata da tutti e sembra finalmente che il re avesse trovato la sua regina perfetta.
ARRIVA IL TANTO SOSPIRATO EREDE MASCHIO
Il gene della leggendaria fertilità della sua famiglia non delude e Jane rimane subito incinta.
Il 12 ottobre 1537, dopo lungo un travaglio durato tre giorni, la regina da alla luce il tanto sospirato erede maschio a cui viene dato il nome di Edoardo.
Jane orgogliosa della riuscita del suo compito, comincia tuttavia a manifestare i sintomi di quella che all’epoca è definita febbre puerperale (una grave infezione dell’utero che può verificarsi dopo un parto o un aborto) conseguenza del travaglio prolungato.
LA MORTE DI JANE
Jane non ce la fa e il 24 ottobre 1537, dopo una breve agonia, si spegne per sempre nel palazzo di Hampton Court.
E’ stata regina per non più di diciotto mesi, ma viene sinceramente compianta dal popolo.
Dopo la sua morte, Enrico cade in una grave depressione, diventa più cagionevole di salute, sofferente e quindi più spietato.
Quando morirà nel 1547, si farà seppellire accanto a lei, la moglie che probabilmente ha amato di più, nella Saint George’s Chapel del castello di Windsor.
Purtroppo anche l’agognato figlio maschio della coppia, Edoardo VI d’Inghilterra – di salute cagionevole morirà, appena quindicenne, nel 1553.
4) ANNA DI CLEVES (1515-1557)
Dopo due anni di lutto per la morte della sua amata Jane, Enrico VIII decide di risposarsi.
Manda quindi i suoi ambasciatori in giro per l’Europa in cerca di una donna che avrebbe scelto secondo il suo ritratto.
Inizialmente manifesta notevole interesse nei confronti di Cristina di Danimarca, che intelligentemente rifiuta con la celebre frase «se avessi due colli, sicuro sposerei il re [d’Inghilterra]!» (chi può darle torto).
UN RITRATTO NON PROPRIO FEDELE ALL’ORIGINALE
Enrico non si perde d’animo e continua a cercare, fino a rimanere colpito dal ritratto di Anna di Cleves dipinto da Hans Holbein il giovane.
Il ritratto mostra una fanciulla di bell’aspetto, anche se esami radiografici effettuati in epoca odierna rivelarono che il naso, in origine, era più grande; e che in realtà la sua carnagione così perfetta nel ritratto avesse in realtà delle cicatrici dovute al vaiolo, all’epoca assai comuni.
MA CHI E’ ANNA DI CLEVES?
Anna è una principessa tedesca nata a Düsseldorf nel Ducato di Cleves in Germania.
La sua educazione è abbastanza rudimentale, nella corte di Clèves non vigono le innovative idee rinascimentali sull’educazione delle donne: perciò non conosce né il francese, né il latino, né l’inglese, non sa né cantare né suonare.
Sa leggere e scrivere però, ma solo nella propria lingua, il dutch, il dialetto germanico parlato nei Paesi Bassi.
Possiede un certo talento per il ricamo ed è appassionata di giochi d’azzardo e carte.
Enrico alla fine la sceglie e il contratto di matrimonio viene siglato il 6 ottobre 1539.
IN VIAGGIO VERSO L’INGHILTERRA
Quando Anna parte alla volta dell’Inghilterra il viaggio da Düsseldorf a Londra si rivela piuttosto difficoltoso.
Enrico infatti teme che la sua sposa possa essere intercettata dalle truppe imperiali che, venute a conoscenza delle trattative matrimoniali, avrebbero potuto sequestrarla per impedirne l’arrivo in Inghilterra.
Viene quindi scelto un percorso più lungo via terra.
Durante il lungo viaggio, Anna impara le norme elementari del galateo inglese nonché, i più importanti giochi di carte inglesi.
UN INCONTRO FURTIVO
Ma Enrico è troppo impaziente di incontrare la sua futura sposa, quindi decide di precederla lungo il percorso ed il 1º gennaio 1540, travestito, fa di tutto per incontrarla.
Purtroppo quando il re, sempre sotto mentite spoglie, entra nella stanza dove era alloggiata Anna, a Rochester, nel palazzo del vescovo, ne rimane molto deluso.
Dichiarò poi pubblicamente che l’aspetto della sposa non corrispondeva al ritratto ricevuto e che anzi lo disgustava.
Dopo quel primo incontro furtivo, Enrico riceve ufficialmente Anna a Greenwich, ma ormai il suo intento è quello di recedere dal contratto di matrimonio già prima della celebrazione delle nozze e ordina di trovare un cavillo legale per impedire il matrimonio.
UN MATRIMONIO GIA’ FINITO
Purtroppo non ci riesce e le nozze hanno luogo il 6 gennaio presso il Palazzo di Placentia a Greenwich, subito dopo la conversione di Anna alla fede anglicana.
Purtroppo Anna non riesce ad attrarre il difficile sovrano e il matrimonio non viene mai consumato.
L’ingenua Anna, nel febbraio del 1540, si confida con la contessa di Rutland, le dice che il re è un marito adorabile: «Quando viene al mio letto, mi bacia, mi prende per mano e mi augura “Buona notte, dolcezza”; e la mattina nuovamente mi bacia e mi dice “Bene alzata, dolcezza”».
A queste confidenze lady Rutland risponde : «Madame, ci vuole ben altro che questo per avere un futuro duca di York che tutto il reame desidera».
Nel frattempo non passa neanche qualche mese che Enrico si è già rimesso a “lavoro”.
Ha infatti allacciato una nuova relazione con la damigella d’onore Caterina Howard , nipote del potentissimo duca di Norfolk e cugina della sua seconda moglie Anna Bolena, ormai Enrico è fermamente deciso ad annullare il suo quarto matrimonio.
Come pretesto per il divorzio Enrico si appella a dei cavilli legali legati a un precedente contratto di fidanzamento stipulato tra Anna e il duca Francesco I di Lorena.
E riesce a rendere nullo il matrimonio.
IL DIVOZIO GIA’ ATTESO
Anna, informata della cosa acconsente di buon grado al divorzio (mica scema lei).
In seguito all’annullamento, ad Anna le viene conferito il titolo di «Amatissima Sorella del Re», con diritto di precedenza su ogni altra dama d’Inghilterra, eccetto le figlie e la consorte del re, oltre alle proprietà di Richmond Palace e del Castello di Hever, il diritto di avere un appartamento in ogni palazzo reale, e una rendita annua di 25.000 sterline.
A riprova della propria obbedienza, Anna ha cura di scrivere al sovrano ringraziandolo dei preziosi regali ricevuti e restituendogli l’anello nuziale, pregandolo di spezzarlo, come oggetto di nessun valore.
L’unica condizione che Enrico chiede ad Anna, in cambio di tutte quelle concessioni, è la sua permanenza in Inghilterra, allo scopo di evitare nuovi scandali diplomatici causati dalle sue vicissitudini matrimoniali.
Condizione pienamente accettata da Anna, consapevole che un eventuale ritorno a Clèves sarebbe stato umiliante e avrebbe potuto esporla anche al pericolo di ritorsioni.
UNA VITA FELICE E TRANQUILLA
Dopo il divorzio, il rapporto tra Enrico VIII ed Anna rimane stranamente molto cordiale, anche perché tra i due non vi erano stati motivi di odio che avessero portato alla fine del loro rapporto.
In qualità di membro onorario della famiglia reale, Anna fa regolarmente visita a corte, dove viene sempre accolta con grande onore e rispetto.
Durante le celebrazioni per il Natale 1540, la giovane trascorre le serate danzando ed intrattenendosi fino a tardi con la sua ex dama di compagnia e attuale regina Caterina Howard, appena diciottenne, mentre il re si è già ritirato a dormire; stringe inoltre un’intensa amicizia con entrambe le figlie dell’ex marito Enrico, Maria ed Elisabetta.
Dopo la morte di Catherine Howard, Anna e offre nuovamente al sovrano di riprendere la relazione matrimoniale, ma il re rifiuta.
È noto invece che Anna non ebbe un rapporto cordiale con Catherine Parr, la sesta e ultima moglie del re.
Il 4 agosto del 1553, Anna scrive alla figliastra Maria, ormai diventata regina, congratulandosi con lei per le nozze con Filippo II di Spagna in seguito, insieme a Elisabetta, accompagna la regina nel suo trasferimento dal St James Palace a Whitehall e infine è tra gli ospiti all’incoronazione ufficiale di Maria I a Westminster.
L’ALLONTANAMENTO DALLA CORTE
Dopo un breve ritorno a corte, Anna perde il favore della regina Maria I dal momento che l’ex-regina non cessa i propri contatti con la principessa Elisabetta, sospettata di simpatie protestanti.
Per evitare problemi allora Anna preferisce ritornare alla vita tranquilla e riservata che conduce nei propri palazzi.
Con il senno di poi, possiamo affermare che Anna fu la più fortunata delle sei mogli di Enrico.
Rimase sempre molto soddisfatta della propria sistemazione e della libertà che le consentiva, e fu descritta da Raphael Holinshed, storiografo inglese dell’epoca, come una donna di rilevanti qualità, cortese, gentile, eccellente amministratrice della propria casa e affabile con la servitù.
LA MORTE DI ANNA “IN TARDA” ETA’
All’inizio del 1557, la salute di Anna comincia a declinare, nelle sue ultime volontà Anna menziona il fratello, la sorella, la cognata, la principessa Elisabetta e altre nobildonne di corte; infine, lascia molto denaro alla servitù e supplica la regina Maria affinché i suoi servitori vengano riassunti a corte.
Anna di Clèves muore il 16 luglio 1557, probabilmente per un cancro alle ovaie a quarantadue anni, un’età che la maggior parte delle donne dell’epoca raramente riuscivano a raggiungere.
Viene sepolta nell’abbazia di Westminster a Londra, la sua tomba in marmo nero, commissionata dalla regina Maria, reca ancora oggi l’epigrafe: «Anne of Cleves Queen of England».
5) CATERINA HOWARD (1523 CIRCA-1542)
Dopo la delusione di Anna di Cleves, Enrico si innamora di un’altra Caterina.
Ma stavolta avrebbe dovuto informarsi meglio sul passato di lei.
CHI E’ CATERINA HOWARD?
Caterina è nipote del potente Duca di Norfolk, nonché cugina prima di Anna Bolena.
Ma nonostante l’alto lignaggio della famiglia, la giovane cresce in condizioni di relativa povertà.
Il padre, Lord Edmund, pur essendo stato investito del titolo di cavaliere nel 1515 non continua la sua carriera e si riempie di debiti.
Caterina trascorre l’infanzia nella residenza di Oxen Heath nel sud dell’Inghilterra e alla sua educazione provvede per gran parte Agnes Tylney, duchessa vedova di Norfolk.
LE AVVENTURE AMOROSE DI CATERINA
Durante gli anni trascorsi sotto la tutela della duchessa vedova, la giovane Caterina rimane coinvolta in una serie di scandali che purtroppo, una volta divenuta regina, comprometteranno per sempre la sua reputazione.
La prima avventura di Caterina risale circa al 1536, quando viene assunto come insegnante di musica un giovane gentiluomo del posto, Henry Mannox.
Ma anche se ci fu qualche toccatina, Mannox giurò in seguito di “non averla mai conosciuta carnalmente“.
Comunque appena scoperta la faccenda la Tylney provvede immediatamente a scacciarlo.
Ma la successiva relazione di Caterina con il giovane Francis Dereham ha conseguenze ben più serie, perché i due giacciono insieme molte volte, fino a chiamarsi reciprocamente “marito” e “moglie”.
Secondo le leggi dell’epoca una promessa di matrimonio, anche poco formale, se seguita dalla consumazione, conferiva al vincolo la forza di un matrimonio vero e proprio.
Quindi in pratica i due sono sposati..
CATERINA ARRIVA A CORTE
Ma l’amore della giovanissima Caterina per Francis si spegne presto, quando quest’ultimo parte per l’Irlanda e lei fa il suo ingresso come dama di corte di Anna di Clèves.
E proprio a corte, forse all’inizio del 1540 che Caterina conosce il giovane e ambizioso Thomas Culpeper, suo lontano cugino e gentiluomo di camera del re e probabilmente intreccia una relazione con lui.
Ma è a questo punto che entra in scena Enrico: il sovrano ormai cinquantenne, deluso dall’aspetto della nuova regina Anna di Cleves, incomincia a interessarsi a lei.
All’epoca Caterina ha tra i diciotto e i vent’anni, e pur non avendo avuto alcuna formale istruzione, è in grado di leggere e scrivere, anche se a fatica.
LA QUINTA REGINA D’INGHILTERRA
Ma Enrico non bada troppo a queste formalità, e appena un mese dopo il divorzio da Anna di Clèves, il 28 luglio 1540, viene celebrato il quinto matrimonio dell’ormai imponente sovrano d’Inghilterra.
Enrico VIII è perdutamente innamorato della nuova giovane sposa.
Ma la nuova regina è appena uscita dall’adolescenza e manca della formazione appropriata per il delicato ruolo che è chiamata a svolgere.
L’anno seguente la regina Caterina nomina quale proprio segretario personale Francis Dereham, ovvero colui che un tempo ha chiamato “marito“, forse per evitare ricatti o scandali dovuti al suo passato.
I rapporti con Maria, la figlia maggiore del re, non sono buoni: la sovrana lamenta di non essere trattata con lo stesso rispetto e benevolenza dimostrata a Jane Seymour e ad Anna di Clèves.
I rapporti con la precedente sovrana, Anna di Clèves invece sono estremamente cordiali.
LO SCANDALO SI AVVICINA
Ma decisamente Caterina non ha capito bene gli obblighi di una regina, soprattutto se sposata con un sovrano psicopatico.
Incurante del pericolo, nei primi mesi del 1541, riprende la sua relazione con il cortigiano Thomas Culpeper.
A questo punto la relazione tra i due diventa ben nota al seguito della regina.
Ormai era solo questione di tempo che il re lo venisse a sapere.
Nel novembre del 1541, al ritorno dei sovrani da un viaggio ufficiale, un’ex dama di compagnia della duchessa di Norfolk, Mary Hall, fa pervenire a corte delle lettere anonime nelle quali dipinge la regina come “una donna immorale, nel vivere e nel carattere” e l’accusa di avere avuto diversi amanti prima delle nozze con il re e che tale circostanza era di pubblico dominio.
Alcune cameriere del dormitorio in cui Caterina ha alloggiato prima di andare a corte, confermano le relazioni che aveva avuto con Mannox e con Dereham.
E’ l’inizio della fine anche per Caterina..
La sua intera famiglia si dissocia da lei, disconoscendone le azioni.
ENRICO NON HA PIETA’
La reazione di Enrico VIII è spietata: numerosi esponenti della famiglia Howard, compresi vari fratelli e sorelle della regina e l’ultrasessantenne duchessa vedova di Norfolk, Agnes Tylney, vengono arrestati con l’accusa di alto tradimento e rinchiusi nella Torre di Londra, anche se, nel giro di un anno, sono liberati con il perdono reale.
Dereham e in seguito Culpeper, trovato in possesso di una compromettente lettera d’amore scritta da Caterina, vengono arrestati e torturati, dopodiché la stessa regina viene arrestata il 12 novembre.
Dereham e Culpeper, giudicati colpevoli di alto tradimento, vengono giustiziati il 10 dicembre 1541, Culpeper per decapitazione e Dereham venendo prima impiccato e poi squartato.
Le teste mozzate dei due uomini vengono esposte sul London Bridge, dove vi rimangono fino al 1546!
Caterina viene privata del titolo di regina, i suoi beni sono confiscati e lei stessa viene rinchiusa nell’ex abbazia di Syon, dove piomba in uno stato di depressione che costringe i carcerieri a sottrarle qualsiasi oggetto con cui avrebbe potuto cercare di suicidarsi.
Nella speranza di essere graziata, e ancora dietro consiglio dell’arcivescovo Cranmer, Caterina scrive una sgrammaticata lettera di confessione indirizzata al re, definendosi “la suddita più dolente della Maestà Vostra e la più vile del mondo“, implorando pietà “per la mia giovane età, la mia ignoranza, la mia debolezza, l’umile confessione dei miei peccati e il mio umile affidarmi alla Vostra clemenza e misericordia.
Ma le sue suppliche non servono a niente.
CATERINA VIENE GIUSTIZIATA
Accusata di avere condotto una vita “abominevole, meschina e viziosa” prima e durante il matrimonio, la povera Caterina viene deportata alla Torre di Londra e all’alba del 13 febbraio 1542 viene decapitata.
Al momento della morte Caterina Howard ha tra i diciotto e i ventun anni ed è stata regina per poco più di diciotto mesi.
Si dice che il suo fantasma si aggiri ancora nel Palazzo reale di Hampton Court in cerca di vendetta..
6) CATERINA PARR (1512-1548)
Visto che ad eccezione di Jane, tutte le mogli di Enrico si chiamano Caterina o Anna, mi riferirò a Caterina Parr come “Parr” per distinguerla dalla Howard.
LA FAMIGLIA DI CATERINA PARR
Il padre della Parr era di famiglia nobile originaria del nord dell’Inghilterra, e sua madre era stata fra le dame di compagnia della regina Caterina d’Aragona.
IL PRIMO MATRIMONIO DI PARR
Nel 1529 Parr sposa Edward, Lord Borough, e si trasferisce presso la sua famiglia nel Lincolnshire (Inghilterra centrale).
Ma solo tre anni dopo Edward, di salute debole, muore.
IL SECONDO SFORTUNATO MATRIMONIO DI PARR
L’anno successivo Parr si risposa con John Neville, III Barone Latimer, che ha circa vent’anni più di lei e vive a Snape Castle, nello Yorkshire.
Ma anche questo matrimonio è perseguitato dalla sfortuna:
Lord Latimer viene coinvolto, pare con la forza, nel “Pellegrinaggio di Grazia”, una rivolta scoppiata tra il 1536 e 1537 nell’Inghilterra settentrionale contro re Enrico VIII, dopo che questi si era staccato dalla Chiesa di Roma a seguito del divorzio dalla sua prima moglie Caterina d’Aragona.
Nel corso della rivolta Lord Latimer, poi anche Caterina e i due figliastri, vengono presi in ostaggio dai ribelli.
Alla fine si salvano e Latimer riesce poi a discolparsi dall’accusa di tradimento.
Ma purtroppo questi drammatici eventi minano la salute di Latimer, che muore nel 1542, lasciando Parr vedova per la seconda volta (ma con una ricca eredità).
PARR SI INNAMORA A CORTE (NON DEL RE)
Frattanto Parr, nei suoi soggiorni a Londra, incomincia a frequentare la corte, e intreccia una relazione con Thomas Seymour, fratello della defunta regina Jane Seymour; ma re Enrico VIII (che sta cercando una nuova moglie dopo l’esecuzione di Caterina Howard) si interessa a lei, e Parr è obbligata ad accettare la sua proposta di matrimonio.
IL SESTO MATRIMONIO DI ENRICO
Parr sposa Enrico il 12 luglio 1543 nel palazzo di Hampton Court.
Una volta regina, si adopera per favorire la riconciliazione di Enrico con le due figlie Maria ed Elisabetta, che aveva avuto dai due primi matrimoni (e che sarebbero in seguito divenute regine)
Ha anche in buoni rapporti con il principe Edoardo, il figliastro erede al trono, con cui intreccia un’affettuosa corrispondenza.
UNA BRAVA REGINA
Per tre mesi, dal luglio al settembre 1544, Parr svolge le funzioni di reggente mentre Enrico si trova in Francia per la sua ultima spedizione militare.
Parr esegue al meglio il suo compito; provvede al finanziamento e al rifornimento delle truppe inglesi in Francia e firma cinque proclami reali.
È possibile che il suo comportamento in qualità di reggente, la sua forza di carattere, e il suo orientamento religioso, influenzarono la figliastra Elisabetta (la futura regina Elisabetta I).
Parr amava la danza, la musica, la pittura, e gli abiti eleganti, ma ha anche ambizioni intellettuali, cerca di migliorare la propria istruzione studiando il latino e il greco; si interessa anche all’educazione dei figliastri Elisabetta (che prende con sé nel 1546) ed Edoardo.
Parr essendo nata prima della riforma protestante è stata certamente allevata come cattolica, ma da adulta si interessa alla «nuova fede». Tra i membri del suo seguito prevalgono infatti simpatizzanti per la riforma.
Parr commissiona addirittura una traduzione delle Parafrasi di Erasmo da Rotterdam, che potrebbe suggerire una simpatia per le posizioni religiose di Erasmo, cattolico, ma aspramente critico degli abusi e dei difetti della Chiesa.
PARR RISCHIA L’ARRESTO
Ma l’atteggiamento favorevole verso la riforma la rende sospetta agli occhi di alcuni esponenti cattolici che nel 1546 (periodo in cui si accentua la repressione verso i dissidenti religiosi) tentano di metterla in cattiva luce presso il re.
Questi si era quasi deciso ad autorizzarne l’arresto, quando Parr, avvertita della manovra in corso contro di lei, riesce a riconciliarsi con il re, sostenendo che aveva discusso di religione con lui soltanto per distrarlo dalle sofferenze causategli dall’ulcera alla gamba, e si sottomette alla sua volontà.
Il re fortunatamente le crede e Parr si salva per il rotto della cuffia.
IL RE MUORE (FINALMENTE)
Dopo la morte di Enrico, avvenuta il 28 gennaio 1547, Parr può finalmente sposarsi con l’uomo che ama veramente, Thomas Seymour (divenuto nel frattempo Barone di Sudeley e Lord Ammiraglio).
IL QUARTO MATRIMONIO DI PARR
Il matrimonio viene celebrato in segreto, probabilmente nel maggio del 1547, in parte perché appare sconveniente che la regina si risposasse a così breve distanza dalla morte del sovrano, e in parte per prevenire l’ostilità del cognato Edward Seymour (ora lord Protettore ed effettivo governante del regno).
Ma la felicità della nuova coppia non dura.
Nasce una rivalità tra lei e la moglie di Edward Seymour, Anne Stanhope, e come se non bastasse, suo marito Thomas viene accusato di essersi preso delle libertà con la principessa Elisabetta, (che viveva allora nella loro casa) e di aver progettato di sposarla!
Per proteggere la reputazione di Elisabetta, Parr è costretta ad allontanarla.
Inaspettatamente (poiché dai primi tre matrimoni non aveva avuto figli) Parr rimane incinta all’età di circa 35 anni.
LA MORTE DELL’ULTIMA REGINA CONSORTE
Parr muore di febbre puerperale il 5 settembre 1548 nel castello di Sudeley, dove viene sepolta, dopo aver dato alla luce la sua unica figlia Mary.
Suo marito viene giustiziato nel marzo del 1549, e Mary è affidata a un’amica di Caterina (ma è molto probabile che sia morta in tenera età).
LA FINE DI UN’ERA
Caterina Parr è la sesta ed ultima moglie di Enrico.
Con lei, e soprattutto con la morte del re, finisce il ciclo di femminicidi ad opera del terribile sovrano.
Ma è solo la fine di un’era, un’altra regina regnerà in Inghilterra, inaugurando una nuova epoca di persecuzioni religiose, si tratta della regina Maria I, primogenita di Enrico, soprannominata Maria la sanguinaria..
Ma questa è un’altra storia…
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