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IL PAPATO NASCOSTO: LA LEGGENDA DI GIOVANNA, LA DONNA PONTEFICE

Ciao domini benvenuti in questo nuovo post!

Oggi parleremo della papessa Giovanna! L’unica donna papa del mondo.

La papessa
La Papessa dal film “La Papessa” del 2009

Una donna può diventare Papa?

Ufficialmente no, la Chiesa non lo permetterebbe mai, eppure una donna ci è riuscita.

Nel pieno della Roma Medievale, una donna riuscì a sedere sul trono di San Pietro, era  la Papessa Giovanna,  che regnò  dal l’855 e l’857, col nome di Giovanni VIII.

O almeno così narra la leggenda.

Ma questa storia è solo un mito, o c’è qualcosa di più? 

LA LEGGENDA DELLA PAPESSA

La papessa Giovanna raffigurata nelle Cronache di Norimberga di Hartmann Schedel, 1493.

Quella che vi racconterò sarà la versione di Giovanni Boccaccio sulla Papessa Giovanna, ma vi spiego tutto dopo, prima ecco la storia:

Ci troviamo nel Medioevo, Giovanna è una giovane ragazza cresciuta a Magonza (oggi Mainz) una città della Germania centro-occidentale situata alla confluenza dei fiumi Meno e Reno.

Magonza
Magonza
Magonza oggi
Magonza oggi

Si dice che in realtà il suo nome fosse Giliberta (ma noi la chiameremo comunque Giovanna, per non confonderci)

La giovane Giovanna s’innamora di un suo coetaneo e scappa con lui travestendosi da uomo, il suo ragazzo deve studiare per diventare chierico in Inghilterra (Anglia) e così fa anche lei.

Ma un giorno il suo amato chierico muore e lei rimane sola, nonostante questo decide di continuare a fingere di essere un chierico e continua a studiare, attività che all’epoca era preclusa alle donne.

E’ così brava nello studio che superava in bravura molti uomini, ma nessuno si accorse della sua vera identità.

(Secondo alcune versioni il suo nome da uomo era Johannes Anglicus)

Finché alla fine lascia l’Inghilterra e si reca a Roma dove riscuote altrettanto successo come “studioso”.

Diventa così importante che quando muore il papa, che all’epoca era papa Leone IV (17 luglio 855), Giovanna viene nominata papa col nome di Giovanni (VIII).

scena del film " La Papessa"
scena del film ” La Papessa”

All’epoca non esisteva il conclave, cioè quando i cardinali si riuniscono chiusi a chiave in una stanza per eleggere il pontefice.

Prima il papà si eleggeva per acclamazione popolare o veniva direttamente messo sul trono dalla famiglia potente di turno.

Giovanna VIII regna a Roma per circa due anni, sembrerebbe anche piuttosto bene.

Purtroppo Giovanna non praticava l’astinenza sessuale, come la maggioranza dei papi all’epoca (moltissimi papi maschi facevano figli e andavano a prostitute).

Anche Giovanna ebbe un amante, che però la mette incinta!

Giovanna stranamente riesce a nascondere la sua gravidanza per tutti i nove mesi, sennonché un giorno, durante la solenne processione di Pasqua nella quale il papa tornava al Laterano dopo aver celebrato messa in San Pietro, mentre il Corteo Papale era nei pressi della basilica di San Clemente, a Giovanna gli si ruppero le acque e non essendoci nessuna balia nei paraggi, fu costretta a partorire pubblicamente, davanti a tutti.

Chiesa di San Clemente a Roma
Chiesa di San Clemente a Roma
La Papessa Giovanna partorisce, miniature del 1450
La Papessa Giovanna partorisce, miniatura del 1450

Secondo un’altra versione la folla entusiasta si strinse attorno al cavallo che portava il Pontefice. Il cavallo del Papa, impaurito, reagì violentemente provocando a “Papa Giovanni” un travaglio prematuro.

A quel punto l’inganno è stato scoperto e Giovanna viene messa in prigione dove finirà la sua vita.

(secondo un’altra versione invece viene fatta trascinare per i piedi da un cavallo, attraverso le strade di Roma, e lapidata a morte dalla folla inferocita)

Si dice che da quel giorno la processione non passò più nel luogo dove partorì Giovanna per il disgusto di quello che era accaduto lì.

Secondo alcuni Giovanna fu sepolta nella strada dove la sua vera identità era stata svelata, tra San Giovanni in Laterano e San Pietro in Vaticano.

Il Sacello della papessa Giovanna a Roma in via dei Querceti che, secondo la tradizione, sarebbe stato eretto nel luogo dove avrebbe partorito, ma più verosimilmente questa cappellina fu edificata per proteggere un affresco mariano posto sul muro ad altezza d’uomo.

In altre versioni della leggenda (ad esempio in quella riportata nella cronaca di Martino Polono) la papessa Giovanna sarebbe morta subito al momento del parto, oppure, una volta scoperta, rinchiusa in un convento.

LA VERSIONE SULLA PEPESSA DI BOCCACCIO

La versione (con qualche aggiunta) che vi ho raccontato, è quella che scrive Boccaccio nella sua opera “De mulieribus claris” (Le donne famose).

Un’opera in lingua latina composta tra il 1361 e il 1362, che raccoglie le biografie di 106 donne famose.

De_mulieribus_claris
Una pagina del “De mulieribus claris” 

Donne sì, ma non tutte esistite, visto che nella lista compaiono dee, e donne della mitologia, come Iside, Giunone, Elena di Troia ecc,

La Papessa Giovanna
La Papessa Giovanna

Questo non ci aiuta per niente a capire se la papessa esistita veramente.

DOPO GIOVANNA

Sempre secondo la leggenda, a Giovanna succedette papa Benedetto III (810- 858), che regnò per breve tempo, ma si assicurò che il suo predecessore venisse omesso dalle registrazioni storiche.

Papa Benedetto III
Papa Benedetto III

Il nome papale che Giovanna assunse, venne in seguito utilizzato da un altro Giovanni VIII (pontefice dal 14 dicembre 872 al 16 dicembre 882).

LA SEDIA DEI TESTICOLI

Parte integrande della leggenda della Papessa Giovanna è anche quella della sedia per controllare i testicoli del papa.

Si trattava di un rito, creato a seguito della vicenda della Papessa Giovanna, per accertarsi che il nuovo papa eletto avesse appunto i testicoli e non la vagina.

E come funzionava questo rito?

Il nuovo papa veniva fatto sedere su una sedia di porfido rosso, nella cui seduta era presente un foro.

In seguito i più giovani tra i diaconi presenti avrebbero avuto il compito di tastare sotto la sedia per assicurarsi della presenza degli attributi virili del nuovo Papa.

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Consacrazione di papa Innocenzo X. Un cardinale tasta i genitali del papa e annuncia che è maschio.

Quando si sono accertati della presenza degli attributi maschili, la persona che li ha tastati urla a gran voce: Virgam et testiculos habet (“Ha il pene e i testicoli”) e tutti gli ecclesiastici rispondono: Deo gratias! (“Sia lode a Dio”) e quindi procedono alla gioiosa consacrazione del papa eletto.

Quanto però riportato, seppur molto spassoso, non corrisponde alla realtà, si tratta di una leggenda, un racconto popolare comico, forse inventato di sana pianta nell’ambiente che circondava l’Imperatore Federico II di Svevia, nel periodo che lo vide coinvolto nelle lotte per le investiture oppure un racconto in chiave anti-romana, inventato da autori protestanti del Cinquecento.

Ma un fondo di verità in realtà c’è, la sedia, o meglio le sedie del “papa” esistono veramente.

 sedia stercoraria, restò in uso fino alla elezione di Leone X, nel 1513

La sedia in porfido veniva effettivamente utilizzata dai pontefici, ma si trattava in realtà di “troni romani” – probabilmente degli antichi “water” o sedie usate per il parto dalle imperatrici che i papi già in età costantiniana avevano utilizzato per sottolineare la loro continuità con il potere romano.

Non si trattava quindi di uno strumento per tastare testicoli papali..

Tornando al rituale di investitura (reale) con questa sedia, si sa che il Papa una volta eletto si sedeva sul trono posto dietro il ciborio di S. Giovanni in Laterano, veniva poi spostato sulla sedia stercoraria e sospeso per le braccia e le gambe al fine di ricordare a lui come Dio possa elevare l’uomo al di sopra dello sterco.

Infine il pontefice si spostava presso la Cappella di S. Silvestro dove era collocata un’altra sedia, detta porphiretica e riceveva le insegne del potere papale: le chiavi della Basilica, dei Palazzi Lateranensi e la ferula papale. Quindi il neo eletto papa si metteva nella posizione di una donna partoriente a personificare l’Ecclesia quale madre generatrice. Questo rito rimase in vigore fino al 1513 e venne soppresso dopo l’elezione di Leone X.

Delle sedie menzionate quella stercoraria è conservata presso S. Giovanni in Laterano, mentre la porphiretica è oggi quella presso il Gabinetto delle maschere in Vaticano. La sedia in marmo bianco è andata perduta, probabilmente distrutta.

LE FONTI SULLA PAPESSA GIOVANNA

Nonostante il mito sia ambientato nella seconda metà del secolo 800, il primo accenno ad una papessa donna, venne attribuito a Sigeberto di Gembloux (1030-1112), monaco benedettino e cronista medievale, dove in una sua opera fece riferimento al “Papa foemina“.

Ma di ciò non si trova testimonianza nei manoscritti più antichi: nella prima edizione a stampa si legge solo la frase Fama est hunc Joannem fuisse fœmam forse opera degli editori cinquecenteschi o traccia di un manoscritto perduto.

Sigebert di Gembloux
Sigebert di Gembloux

Invece il primo a scrivere realmente della papessa, fu il cronista domenicano Giovanni di Mailly nel 1240, ripreso pochi anni dopo dal confratello domenicano Martino Polono (1215 –1279), cronista medievale, originario della Boemia (regione storica dell’Europa centrale).

Martino Polono
Martino Polono

Martino scrisse il Chronicon pontificum et imperatorum, (Cronaca dei pontefici e degli imperatori ) dove racconta anche della leggenda della papessa Giovanna

Tale avvenimento è oggi perlopiù relegato alla dimensione del mito, pur ammettendo l’idea che, come per molti miti, possa esistere una parte di verità, sebbene coperta dalla finzione.

Tra le fonti più antiche c’è anche la biografia scritta da Bartolomeo Sacchi detto il Plàtina,  (1421 – 1481), umanista e gastronomo italiano.

Che racconta:

 Bartolomeo Sacchi

«Giovanni [VIII] di natione Anglico nato in Magontiaco con arti (come si dice) acquistò il Ponteficato. Perciò che havendo mentito il sesso, essendo femina giovene andò in Atene con un’huomo dotto suo amatore, et udendo i precettori delle buone arti fece tanto frutto, che venendo à Roma, ritrovò pochi, che nelle Sacre lettere le fossero pari, non che superiori; leggendo poi, et disputando dottamente, et sottilmente acquistò tanta benevolentia, et autorità, che morto Leone (come dice Martino) egli fu di consentimento di tutti creato Pontefice. Poi da un servo impregnata, havendo per alquanto tempo nascosto il corpo, finalmente andando alla chiesa lateranense fra il teatro, il quale dal colosso di Nerone si chiama Colosseo, et san Clemente, venendole i dolori, partorì, et in quel luogo morì nel secondo anno, primo mese, et quarto giorno del suo Ponteficato, et fu sepolta senz’alcuno honore. Alcuni scrivono queste due cose, che’l Pontefice, quando và alla chiesa Lateranense per cagione di quel gran vitio à posta fugge quella strada, et per schifare quell’errore, mentre che primariamente egli è posto nella sede di Pietro, à quello effetto perforata, che l’ultimo diacono li tocca i membri genitali. Il primo non nego, del secondo così intendo, quella sede e essere pre parata ad effetto, che quello, il quale è eletto in tanto maestrato, conosca se essere non Dio, ma huomo, et essere sottoposto alle necessità della Natura, come all’andare del corpo. Queste cose, che ho narrate, si dicono dal volgo pure con incerti, et oscuri autori, le quali ho voluto brievemente ponere, acciò che non paia ostinatamente, et come pertinace haver lasciato quello, che quasi tutti affermano.»

La leggenda della Papessa fu utilizzata in seguito dagli storici protestanti come strumento nella polemica contro la Chiesa Cattolica. 

Contro la storicità della papessa, si schierò il Bellarmino (1542 –1621) teologo, scrittore e cardinale italiano appartenente alla Compagnia di Gesù.

 cardinale Bellarmino
Il Bellarmino

Bellarmino osservò che tra il pontificato di Leone IV e quello di Benedetto III la sede papale restò vacante solo pochi giorni, insufficienti perché una donna indossasse la tiara.

Cesare Baronio (1538 – 1607)  storico, religioso e cardinale italiano, partendo dalle osservazioni del Bellarmino, credeva che alla genesi della diceria avessero contribuito due episodi: la debolezza mostrata da Giovanni VIII, che da molti fu considerato foemina;

E una lettera che il pontefice Leone IX (1002-1054) (il papa dello Scisma d’Oriente) aveva inviato nel 1054 a Michele Cerulario, patriarca di Costantinopoli, in cui gli rimproverava la promozione di una donna ad alte cariche sacerdotali.

La conclusione tratta fu che questo evento, riguardante la Chiesa di Costantinopoli, fosse stato attribuito successivamente alla Chiesa di Roma dagli scismatici.

In seguito il mito della papessa Giovanna cadde in discredito anche presso gli studiosi protestanti.

Inoltre la tradizionale processione papale di Pasqua, durante la quale Giovanna partorì, non passava nella strada dove la presunta nascita sarebbe avvenuta.

Gli storici concordano in generale sul fatto che la storia della papessa Giovanna sia una satira anti-papale, che faceva leva su tre paure cattoliche medioevali:

  • un papa sessualmente attivo
  • una donna in posizione di autorità dominante
  • l’inganno portato nel cuore stesso della Chiesa.

La leggenda della papessa acquisì supporto anche dalla confusione sull’ordine dato ai papi di nome Giovanni; questo perchè Giovanni è il nome pontificale più usato:

alcuni Giovanni erano antipapi, abbiamo inoltre due papi, Papa Giovanni XIV bis e Papa Giovanni XX che non sono mai esistiti.

LA PAPESSA NEI TAROCCHI

La figura della Papessa si trova anche nei tarocchi,  è la seconda carta degli arcani maggiori, ed è conosciuta anche come La SacerdotessaLa Sacerdotessa di Iside, La sposa divinaGiunone.

La Papessa del mazzo Visconti-Sforza disegnato da Bonifacio Bembo, ca. 1450. 

Fin dall’origine, la Papessa simboleggia la fede, una delle tre virtù teologali (la fede, la speranza e la carità) del Cristianesimo.

Il mantello che ricopre parzialmente la veste simboleggia la conoscenza; la Papessa è Colei che sa, ma svela solo in parte il suo sapere.

Se vi interessa, ho realizzato anche il video Youtube su questa storia, che potete trovare qui sotto ⬇️

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